religione

Padre Vantini, storia di un missionario

Redazione online Ansa - ANDREAS SOLARO
Pubblicato il 12-05-2017

In occasione del viaggio del Santo Padre Francesco in Egitto, si è molto parlato del mondo copto cattolico ed ortodosso in Egitto e ricordando gli anni passati in Sudan mi sono ricordata del mio antico professore di lettere a Khartoum negli anni 60, Padre Giovanni Vantini, dell’ordine dei Missionari Comboniani. Con la mia famiglia lasciammo Il Sudan e lo rividi molti anni dopo a Roma. Mi raccontò della sua vita a Khartoum e poi accennò al libro che aveva scritto e del quale mi diede una copia ” Il cristianesimo nella Nubia Antica”.

Mi raccontò che nel corso degli anni si era specializzato su questo argomento e, divertito, mi descrisse la sua partecipazione ad un convegno internazionale in Germania, nel corso del quale si affrontò l’argomento del Cristianesimo nella Nubia, zona tra Egitto e Sudan, e i presenti, sicuri della totale assenza di testimonianze su questo periodo, rimasero attoniti sentendo che lui, Padre Vantini, aveva svolto innumerevoli missioni nel deserto ed aveva raccolto un infinità di reperti e materiale bibliografico che metteva a loro disposizione.

Tornando al libro, eccone una breve sintesi: il Cristianesimo si diffuse nella Nubia – regione corrispondente alla Valle del Nilo nel Sudan Settentrionale ai confini con l’Egitto – intorno al V secolo. Tanto da Alessandria (tradizione copta) come da Bisanzio (tradizione greca) partirono missionari per l’evangelizzazione ed entrambe le confessioni furono presenti per tutto il millennio di storia cristiana, talvolta in competizione tra di loro.

Intorno al V secolo, sulle ceneri dell’impero meroita che aveva dominato la scena per molti secoli, nacquero quindi tre regni cristiani uno dei quali chiamato Nubatia. Su questi, le informazioni sono abbondanti, sono riemerse soprattutto chiese, in cui sono conservati bellissimi affreschi e altri reperti, gran parte dei quali si trovano oggi al Museo Nazionale di Khartoum. Le relazioni con l’Egitto furono sempre molto intense. Tra le cause della scomparsa della presenza cristiana nella Nubia oltre all’espansionismo del Sultanato mamelucco del Cairo e la graduale infiltrazione di tribù arabo-musulmane, il mancato sviluppo di una liturgia in lingua locale e il fatto che «la Chiesa in Nubia dipendeva molto dal potere del trono. Quando questo è venuto a mancare, la Chiesa ne ha sofferto immediatamente».

Alla figura di padre Padre Vantini, missionario appassionato per tuta la sua vita, associo quella dell’allora vescovo di Khartoum, Mons. Agostino Baroni, figura ascetica ed intensamente spirituale, raccoglieva nella cattedrale di Khartoum un numero enorme di africani che pregavano con una intensità ed un raccoglimento che non ho mai più visto. Un pensiero anche alle suore comboniane che gestivano una scuola considerata la migliore della città, frequentata dalle figlie di esponenti politici e autorità musulmane.

Non dimentico infine la tranquillità con la quale suore e sacerdoti missionari affrontassero tranquillamente un clima quasi insopportabile e un mondo totalmente diverso e lontano dal loro veneto. L’unico ristoro per gli occhi, la visione di questo meraviglioso fiume, il Nilo, che scorreva attraversando la città ed assumeva mille sfumature di ogni colore a seconda del momento della giornata. Padre Vantini, grazie di tutto, dalla tua allieva
Annamaria Puri Purini

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