religione

PADRE ENZO FORTUNATO: NESSUNO LA SPEGNERA'

Padre Enzo Fortunato Marco Giugliarelli
Pubblicato il 04-10-2018

I pellegrini, campani e non solo, portano un verbo ai piedi di san Francesco: accogliere

Sembra un’eternità, eppure sono trascorsi solo 13 anni da quel 10 febbraio 2005, quando il Parlamento italiano dichiarò il 4 ottobre, festa di san Francesco, Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse. Chissà cosa pensarono quei deputati e senatori. Chissà cosa pensano oggi dinanzi ai rigurgiti isolazionisti, alle chiusure fisiche e mentali, alle barriere erette nel dibattito attuale. E chissà che penserebbe san Francesco d’Assisi che, adetta del presidente dei vescovi italiani, rappresenta «l’anima inclusiva e bella dell’Italia». Una cosa è certa: i pellegrini, campani e non solo, con un record di numeri senza precedenti dal 1939, portano un verbo ai piedi di san Francesco: accogliere.

Ma, a volte, accogliere non basta. Don Tonino Bello disse: «Di fronte ai cambi che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza». Attendiamo, allora, pieni di speranza, le migliaia di pellegrini che arriveranno dalla Campani a perdonare l’olio della lampada di san Francesco. Attendiamo il premier Giuseppe Conte, che parlerà oggi all’Italia dalla loggia del Sacro convento.

Sabato arriverà il popolo della comunicazione a firmare il Manifesto contro le parole ostili, guidato dalla Federazione della stampa. Domenica sarà la volta della marcia della pace Perugia-Assisi. Una coda interminabile unirà simbolicamente l’Italia ad Assisi per costruire nuovi ponti. Tutti ai piedi di Francesco. È un segnale che, nonostante venti contrari, nessuno spegnerà. 

(DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 4 OTTOBRE 2018).

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