religione

Lo Spirito soffia sopra e nella Chiesa: la Santità fra i giovani

Antonio Tarallo Vatican News
Pubblicato il 26-03-2019

Lettera post sinodale di Papa Francesco, ieri. Ad Assisi grande attenzione alla vita di un giovane particolare, Carlo Acutis. Come si suole dire, “lo Spirito soffia sopra e nella Chiesa”, e si tratta sicuramente di Spirito Santo. Le coincidenze, potremmo sottolineare. Momenti forti che vanno a raggrupparsi in un solo frammento della Storia, ci dicono sempre qualcosa. E – di solito – qualcosa di grande, che la nostra intelligenza non arriva del tutto ad afferrare.

E’ il momento dei “giovani”, del loro impegno per la crescita della Chiesa. Non comprimari, ma protagonisti. Carlo Acutis è uno di questi, che ci ha donato la sua testimonianza di santità. E ora, Papa Francesco, decide Loreto – luogo mariano per eccellenza – per firmare quella che sarà resa pubblica solamente il prossimo 2 aprile, la lettera ai giovani dopo il Sinodo svolto ad ottobre dell’anno scorso. I giovani e la Chiesa. I giovani e la Santità.

E’ dialogo lontano. Fare una sorta di carrellata di quanti giovani (bambini, adolescenti, ragazzi) abbiano speso la loro vita per testimoniare il loro amore per Cristo, sarebbe una impresa vera e propria. Nomi e cognomi infiniti, storie, biografie, episodi che hanno un unico comun denominatore: imitare Gesù. Cerchiamo di realizzare una sorta di “retrospettiva” di tutti questi giovani che ora sono chiamati “Santi”, o “Beati” o “Venerabili”.

Chiara Badano. Chiara, ragazza semplice, popolare per i suoi amici. Amava praticare sport, cantare, ballare e uscire con i suoi coetanei. Una vita come le tante, insomma. Una esistenza di una giovane adolescente. Ma poi arriva la malattia. Giovane focolarina, una delle Sante più giovani e amate della Chiesa cattolica, beatificata nel 2010 al Santuario del Divino Amore di Roma, Chiara Badano muore per un tumore il 7 ottobre 1990 a soli 19 anni pronunciando queste parole: “Mamma sii felice, perché io lo sono”. A 17 anni, la malattia. Due anni di tormento – estenuanti sedute di chemioterapia e di radioterapia – che si trasforma ai suoi occhi di santità, unione con il Cristo Crocifisso. La cameretta dell’ospedale prima e casa poi, diventano piccole chiese, luoghi di incontro e di apostolato. Bastano solo due righe di Chiara (Luce) Badano, per comprendere il suo cuore: “L’importante è fare la volontà di Dio...è stare al suo gioco...Un altro mondo mi attende...Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela...Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali...”.

Gianluca Firetti. Gianluca, per gli amici Gian, nasce a Sospiro, l’8 Settembre 1994. E’ secondo figlio di Luciano e Laura. Un bambino, un ragazzo come tutti gli altri, si impegna a scuola, ama il calcio, tanto da intraprendere la strada del calciatore. Sembra una storia normale, anche questa, una come tante, di tanti giovani. Nel Dicembre 2012, durante una partita, la malattia si manifesta con un pizzico, un dolore alle gambe, ma in breve peggiorerà: la diagnosi è infausta, non sono molte le speranze, nonostante gli sforzi dei medici. Con il tumore, tutto cambia. Il suo rapporto con la famiglia, con gli amici, con Dio. E’ possibile leggere la testimonianza di fede e santità di questo ragazzo, attraverso le pagine del suo libro – scritto a quattro mani con don Marco D’Agostino – “Spaccato in due, l’alfabeto di Gianluca”. Il volume narra di come il giovane abbia “infuocato” di fede e speranza, il cuore di moti suoi coetanei. Tanti gli episodi di preghiera costante e affidamento in Dio, proprio nel momento più buio della sua malattia. Pagine che ancora parlano ad ognuno di noi. Gian muore all’ospedale di Cremona il 30 Gennaio 2015, lasciando al mondo una delle più belle testimonianze di fede e di fiducia nel Signore. Nell’introduzione al suo libro scrive: “In questo libro mi ritroverai, in ogni pagina. E io troverò te. Sento che, in Dio, siamo già amici”.

Sandra Sabattini. Le sue virtù eroiche sono state ufficialmente riconosciute da Papa Francesco il 6 marzo 2018. Sandra Sabattini era una ragazza di Rimini, scoperta da Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sandra nasce a Riccione il 19 agosto 1961. “Respira” la fede fin da piccolina, e ancor di più, quando – insieme ai genitori e al fratellino – va a vivere nella canonica dello zio prete, a Misano Adriatico. A soli 10 anni comincia a scrivere riflessioni e pensieri spirituali, all’insaputa di tutti. A 12 anni, l’incontro con don Benzi e la comunità “Papa Giovanni”. Tutto cambia. Da quell’incontro, inizia una intensa e limpida relazione con Dio. Uno dei sogni di Sandra è di essere medico missionario in Africa. Anche Sandra, come tante sue coetanee, vive l’amore. Non solo quello per Dio, ma per un ragazzo. Si chiama Guido. Il 29 aprile 1984, ad Igea Marina, mentre va ad un incontro della Comunità, viene investita da una macchina. Fatale incidente, muore il 2 maggio 1984. Sandra Sabattini è stata definita una “santa del quotidiano”, del vivere nella semplicità – assieme al suo fidanzato Guido – la fede.

Giulia Gabrieli, Chiara Corbella, Giovanna Rita di Maria (Kiri), Anna de Guignè, Santa Scorese, Alexia Gonzales Barros, Antonietta (Nennolina) Meo, Emer Mezzanotte, Paola Adamo, Carlotta Nobile, Alberto Michelotti, Carlo Grisolia, Maria Letizia (Cilla) Galeazzo, Simona Tronci, PierGiorgio Frassati, AnnaMaria Vasta, Salvo D'Acquisto, Silvio Dissegna, e tanti ancora. Questi solo alcuni nomi di giovani che hanno vissuto la loro vita, insegnandoci con semplicità e dedizione cosa sia l’Amore. L’elenco sarebbe davvero interminabile. E l’aggettivo non è stato scelto a caso. “Interminabile”, senza termine. Sì, perché la Santità fra giovani un termine non lo ha.

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