religione

Il Papa: «Mai più guerra e armi insanguinate dei trafficanti»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«Mai più la guerra!», ha ripetuto Francesco al termine dell'udienza generale ricordando che in questi giorni anche in Estremo Oriente si ricorda la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Il Papa ha auspicato che «il mondo di oggi non abbia più a sperimentare gli orrori e le spaventose sofferenze di simili tragedie». Aggiungendo: «Ma, a volte lo sperimenta. Questo è anche il permanente anelito dei popoli, in particolare di quelli che sono vittime dei vari sanguinosi conflitti in corso. Minoranze perseguitate, cristiani perseguitati, la follia della distruzione! E poi quelli che fabbricano e trafficano le armi, armi insanguinate, armi bagnate nel sangue di tanti innocenti. Mai più la guerra è il grido accorato che dai nostri cuori e dai cuori di tutti gli uomini e donne di buona volontà sale al Principe della pace».

Nella catechesi, dedicata ancora alla famiglia, Francesco ha commentato la pagina evangelica nella quale Gesù dice: «Chi ama padre o madre più di me, figlio o figlia più di me non è degno di me...». Il Papa innanzitutto spiegato che queste «parole forti» che «sembrano contrapporre i legami della famiglia e il seguire Gesù» in realtà non vogliono «cancellare il quarto comandamento» (onora il padre e la madre, ndr), che «è il primo dei comandamenti» riguardante il rapporto tra le persone. «E neppure possiamo pensare - ha continuato - che il Signore dopo aver compiuto il suo miracolo per gli sposi di Cana», dopo «aver restituito figli e figlie alla vita familiare, ci chieda di essere insensibili a questi legami». Questa «non è la spiegazione, no».

Al contrario, ha aggiunto, «quando afferma il primato della fede in Dio, non trova un paragone più significativo degli affetti familiari e del resto questi stessi legami all'interno della fede vengono trasformati, "riempiti" di un senso più grande e diventano capaci di andare oltre sé stessi, per creare una paternità e una maternità più ampie  e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame».

«La sapienza degli affetti che non si comprano e non si vendono è la dote migliore del genio famigliare» ha detto ancora Francesco. «La loro “grammatica” si impara lì, altrimenti è ben difficile impararla. Ed è proprio questo il linguaggio attraverso il quale Dio si fa comprendere da tutti. L’invito a mettere i legami famigliari nell’ambito dell’obbedienza della fede e dell’alleanza con il Signore non li mortifica; al contrario, li protegge, li svincola dall’egoismo, li custodisce dal degrado, li porta in salvo per la vita che non muore».

Il Papa ha quindi proposto l'importanza del riflesso pubblico e comunitario di questo approccio e di questi affetti. «La circolazione di uno stile famigliare nelle relazioni umane è una benedizione per i popoli: riporta la speranza sulla terra. Quando gli affetti famigliari si lasciano convertire alla testimonianza del Vangelo, diventano capaci di cose impensabili, che fanno toccare con mano le opere che Dio compie nella storia, come quelle che Gesù ha compiuto per gli uomini, le donne, i bambini che ha incontrato. Un solo sorriso - ha detto Francesco - miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici. Un solo uomo e una sola  donna capaci di rischiare e di sacrificarsi per un figlio di altri e non solo per il proprio, ci spiegano cose dell'amore che molti scienziati con comprendono più. Dove ci sono questi affetti familiari vengono questi gesti dal cuore che ci parlano più forte delle parole».

«La famiglia che risponde alla chiamata di Gesù - ha proseguito Francesco - riconsegna la regia del mondo all’alleanza dell’uomo e della donna con Dio. Pensate allo sviluppo di questa testimonianza, oggi. Immaginiamo che il timone della storia (della società, dell’economia, della politica) venga consegnato - finalmente! - all’alleanza dell’uomo e della donna, perché lo governino con lo sguardo rivolto alla generazione che viene. I temi della terra e della casa, dell’economia e del lavoro, suonerebbero una musica molto diversa! Se ridaremo protagonismo – a partire dalla Chiesa – alla famiglia che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, diventeremo come il vino buono delle nozze di Cana». Economia e lavoro «suonerebbero una musica» molto diversa se le famiglie avessero questo ruolo.

Infine, Papa Bergoglio ha detto che «l’alleanza della famiglia con Dio» è chiamata oggi a contrastare «la desertificazione comunitaria della città moderna». «Le nostre città sono diventate desertificate per mancanza di amore, per mancanza di sorriso. Ci sono tanti divertimenti, tante cose per perdere il tempo e per far ridere, ma l'amore manca e proprio la famiglia - quel papà, quella mamma che lavorano, con i figli - il sorriso di una famiglia è capace di vincere questa desertificazione delle nostre città». (Vatican Insider)

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