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Giubileo, Papa: amnistia per i detenuti e sacerdoti assolvano donne che hanno abortito

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Per il grande Giubileo straordinario ogni sacerdote ( e non solo i vescovi) potranno assolvere, concedendo il perdono della Chiesa, tutte le donne che si sono pentite di avere abortito: lo ha annunciato Papa Francesco nella Lettera indirizzata martedì al presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella. «Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre», scrive Francesco che «anche per questo motivo» ha deciso, «di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono».



I detenuti

Ma non solo: nella stessa lettera il Santo Padre chiede «una grande amnistia», che sarà «destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto». E il Papa ricorda che nella storia i Giubilei hanno sempre rappresentato l’occasione di concedere il perdono a molti detenuti. Oltre a assicurare a tutti i carcerati la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria, altro beneficio di ogni Giubileo, nelle loro celle: «Il mio pensiero -spiega Bergoglio nel testo - va ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono». Nella Lettera indirizzata al presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, Papa Francesco stabilisce dunque che i detenuti «nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre». «Possa questo gesto - auspica il Pontefice - significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà».



Le Porte sante

Ma anche per chi in carcere non è il Papa desidera assicurare una via più comoda al perdono universale dei peccati, a patto di essere pentiti e di chiedere la confessione «Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza». (Ester Palma - Corriere)

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