FAKE NEWS, CONOSCERLE PER CONTRASTARLE

Redazione Pixabay - pixel2013
Pubblicato il 29-05-2017

Esistono una marea di fake-news legate a Madre Teresa di Calcutta, la Santa della Carità

“INCREDIBILE, I GIORNALI NON VE LO DICONO, GUARDATE QUA”, “TUTTA LA VERITA’ SU MADRE TERESA, CHE NON ERA AFFATTO UNA SANTA, GUARDATE QUESTO VIDEO E CAPIRETE”, “GUARDATE QUESTO VIDEO DI RENZI E DELLA BOSCHI CHE I MEDIA ITALIANI DI REGIME OSCURANO”… e così via.

Ho volutamente usato il carattere maiuscolo, lo stesso usato da molti siti internet specializzati nel propagandare in rete delle vere e proprie bufale, oppure notizie false o quantomeno amplificate. Nel gergo giornalistico, parliamo delle fake-news, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e non semplice da contrastare.



Cos’è un Fake? Cosa è una Fake-News? Chi ha interesse a diffonderla? Come contrastarle? 


Il termine Fake indica l’utente di una chat, di un social, di un forum che falsifica la propria identità. Utilizzo molto Twitter, e vi posso garantire (non lo dico solo io, ci sono numerosi studi a confermarlo) che tale piattaforma è piena di falsi profili, di utenti che o si appropriano di un’altra identità, oppure si nascondono dietro l’anonimato. Avrete notato che affianco ai profili Twitter dei personaggi famosi è presente una spunta blu, una sorta di “conferma” della identità della persona in questione. Purtroppo, la legislazione al momento è ancora molto indietro, in pratica per creare un profilo Twitter o Facebook oggi basta avere un indirizzo mail ed un numero di telefono, e chiunque di noi teoricamente può aprire un profilo a nome di Paolo Gentiloni, Francesco Totti o addirittura San Francesco d’Assisi.



Una Fake-News è in sintesi estrema una notizia palesemente falsa, o quantomeno amplificata, che un sito internet o un profilo fake ha interesse a diffondere. Il tema è complesso, oggi “grazie” alle nuove tecnologie, chiunque abbia in mano un cellulare di ultima generazione e disponga di una connessione internet è un potenziale “giornalista”, o comunque un testimone diretto di un potenziale evento da raccontare. Il problema è semplice, chi verifica la fonte della informazione?

Provo a spiegarmi con un esempio. Su Twitter mi seguono 3.721 persone. Io potrei twittare dicendo che “ho visto Matteo Renzi entrare in un bar e prendere 100.000 euro in contanti da un trafficante di droga”. Ora, Renzi giustamente potrebbe querelarmi per diffamazione, ma come la mettiamo se a postare tale tweet fosse uno dei tantissimi profili anonimi che girano in rete? Un profilo che magari oggi c’è e domani scompare?



Facciamo un passo avanti. La “cultura virtuale” ci ha abituato ad una lettura rapida e veloce delle notizie, spesso leggiamo solo il titolo e scorriamo avanti, e molti lettori fanno poco caso alla fonte della notizia. Per fare un esempio concreto legato al mondo religioso, esistono una marea di fake-news legate a Madre Teresa di Calcutta, la Santa della Carità. In rete è facile imbattersi in notizie e/o video che la descrivono come una donna avida, violenta, assetata di denaro, sprezzante verso la sofferenza dei malati e così via. Ovviamente si tratta di affermazioni false, o quantomeno azzardate, ma quando una notizia inizia a circolare in rete diventa poi difficile da “fermare” e da “contrastare”, troveremo sempre qualcuno che dirà “ho letto su internet che Madre Teresa non aveva a cuore i suoi malati”.



Prima di andare avanti, mi permetto di dare un consiglio ai lettori. Controllate e verificate SEMPRE la fonte (ovvero il giornale, cartaceo oppure online, il sito, l’agenzia) che diffonde una determinata notizia, e tendenzialmente diffidate da siti e/o giornali non riconducibili ad una persona in carne ed ossa fisicamente responsabile del sito o giornale. Tendete poi a fidarvi delle stesse testate, che negli anni hanno “guadagnato” credibilità. Esempio, voi state leggendo questo mio articolo, pubblicato dalla testata del Sacro Convento di Assisi, che direi negli anni si è procurata meritatamente credibilità e stima da parte dei suoi lettori, inoltre se non vi piace questo mio articolo potete scrivere al direttore della testata, che è regolarmente registrata presso un tribunale etc… Lo stesso vale per Repubblica, Il Corriere ed i principali quotidiani nazionali, mentre al contrario il web pullula di siti dalla proprietà ambigua, che magari diffondono notizie false senza poi doverne “rispondere” in sede giudiziaria.



Chi ha interesse a diffondere le fake-news?
Risposta non semplice, entrano qui in gioco interessi enormi, che possono essere politici e/o commerciali. Provo anche qui a fare alcuni esempi. Fateci caso, quando leggete in rete un titolo “accattivante” e cliccate sul relativo sito, spesso quel sito vi rimanda ad un successivo sito, che per aprire vi obbliga a vedere dei contenuti pubblicitari. Questo fenomeno si chiama click-baiting, in pratica molti siti pagano la pubblicità in base alle visualizzazioni della pagina, quindi si crea una “notizia esca” capace di… far abboccare i pesci! Un titolo del tipo “IMMAGINI PAZZESCHE CHE NESSUN SITO VI MOSTRERA’” oppure “I SEGRETI DI BANCA ETRURIA” indubbiamente richiamano la curiosità del lettore, che il più delle volte resterà deluso poi dal contenuto, di solito scadente, dell’articolo.

Ci sono poi interessi politici. Diciamo che esistono molti “sospetti” su un particolare movimento politico italiano, il cui leader afferma di ispirarsi ai valori francescani (anche se a giudicare dal suo tenore di vita e dal linguaggio che utilizza non si direbbe), accusato da molti di aver creato una sorta di “struttura delta” che si autoalimenta a vicenda. Se viene indagato (ripeto, indagato, non condannato) il politico di un partito avversario, rapidamente in rete migliaia di profili, molti dei quali appunto “fake”, diffondono la notizia, magari amplificandola, e magari poi rimandano al Blog primario, zeppo di spot pubblicitari. Allargando lo sguardo all’estero, si parla di vantaggi elettorali avuti da Trump rispetto alla rivale Clinton generati proprio dall’utilizzo di fake news e profili fake. Come vedete, il tema è complesso e coinvolge interessi enormi, le fake-news possono indirizzare le sorti di Governi, Elezioni, Multinazionali e così via.



Come contrastare le Fake-News?
Lentamente, qualcosa si muove. Dopo anni di “far-west”, le istituzioni ed i grandi provider della rete ed i gestori dei principali social, stanno provando a prendere misure per contrastare questo fenomeno. Facebook nei mesi scorsi ha preso pubblicamente l’impegno di fare quanto in proprio potere per limitarne l’utilizzo, lo stesso si appresta a fare Twitter. Per quanto riguarda la politica italiana, va segnalato il lavoro della Presidente della Camera Laura Boldrini, ideatrice della campagna Basta Bufale (www.bastabufale.it) e promotrice di numerose iniziative per garantire il diritto ad una corretta informazione.

Iniziative importanti e meritorie, ma ognuno di noi ha direi la possibilità e “l’obbligo morale” di contrastare le Fake-News, informandosi attraverso testate certificate, provando sempre a verificare le fonti di una notizia, e non diffondendo magari in maniera distratta notizie dalla dubbia autenticità.

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