Egitto, Mubarak: Non esiste uno scontro di civiltà o di religioni, ma di interessi

Redazione Archivio Fotografico Sacro Convento - Panini
Pubblicato il 14-03-2017

Proponiamo ai lettori le parole dell'ex presidente egiziano Mubarak nel 2012 che ripercorre il rapporto di Francesco col mondo islamico

Proponiamo ai lettori le parole dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak nel 2012 che ripercorre il rapporto di Francesco col mondo islamico alla luce dell'incontro che il Poverello ebbe con il sultano d'Egitto Melek El-Kamel.

In un'epoca in cui predomina il discorso sullo scontro invece del discorso sul dialogo tra le civiltà, può essere opportuno tornare indietro ed esaminare come l'Islam, una delle più grandi religioni dell'umanità, considera i suoi rapporti con gli altri. Da questa considerazione potrebbe emergere uno strumento diverso, e sicuramente più positivo, per la coesistenza delle civiltà, delle culture e delle religioni.



Componenti insite nella fede islamica sono l'accettazione, il riconoscimento e la credenza nelle verità delle due religioni celesti che hanno preceduto l'Islam: il Giudaismo e il Cristianesimo. Una delle prime lezioni che apprendiamo dal Corano è che non possiamo essere veri Musulmani se non crediamo in "Dio, nei sui Angeli, nei suoi Libri e nei suoi Profeti" (2:2851). Il Corano va oltre e afferma che i veri credenti non fanno differenza alcuna tra i profeti di Dio. In questo senso, nell'Islam, l'iterazione, la coesistenza e il dialogo tra le religioni e le civiltà sono più di una semplice necessità dettata dalla prossimità geografica di nazioni che il nostro mondo moderno rende sempre più vicine. Sono invece un prerequisito per l'autorealizzazione dei veri Musulmani, come afferma il Sacro Corano: "O voi umani, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina, e vi abbiamo diviso in nazioni e tribù perché facciate reciproca conoscenza." (49:131)



Il 24 luglio 1219, San Francesco d'Assisi intraprese la prima delle sue numerose azioni coraggiose. Nel mezzo delle Crociate, parti con i suoi compagni per la Palestina, poi raggiunse Damietta, in Egitto. Lì ammonì i Crociati che assediavano la città da più di un anno; seguendo la via della morte e della distruzione si allontanavano sempre più dalla via di Dio. San Francesco predicò che alla fine, sarebbero stati sconfitti e scacciati dall'Egitto ed ebbe ragione.

San Francesco continuò la seconda parte della sua missione: convincere i Musulmani che non tutti i cristiani erano Crociati. Nel mezzo del caos della guerra, circondato da violenza e morte, si arrischiò a chiedere un incontro con il Sultano d’Egitto al - Malik - al - Kamil. Il Sultano accettò di incontrare il coraggioso monaco e trascorse con lui alcuni giorni. Questa ricca esperienza fu sicuramente il primo esempio di dialogo musulmano - cristiano della storia.



Da Damietta, San Francesco proseguì alla volta di Gerusalemme dove incontrò Aissa, Sultano di Damasco al quale consegnò una lettera di raccomandazione del Sultano d' Egitto. Con il suo senso di compassione e la sua dottrina pacifista, San Francesco riuscì laddove erano fallite le armi.

A mio avviso, non esiste uno scontro di civiltà o di religioni, ma uno scontro di interessi. I conflitti ai quali assistiamo oggi trovano la loro motivazione nei gruppi politici alla ricerca di dominio e distruzione che prendono in ostaggio le religioni e le strumentalizzano per realizzare i loro obiettivi. Guardando indietro  alla storia di san Francesco e di chi ha seguito il suo esempio nel XIII secolo, possiamo sentire una speranza. Oggi, in tutte le religioni c'è ancora chi segue l'esempio del Santo e decide di costruire ponti tra i seguaci di religioni diverse e di promuovere la pace tra le civiltà. (Articolo del 2012 per la rivista San Francesco)

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