Lettere al direttore

LA SOLITUDINE DI UN PASSATO ANCORA PRESENTE

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

Oh caro san Francesco, mi chiamo come te! Dammi la forza di superare solitudine ed emarginazione. Non ho amici, tutti mi girano le spalle e mi lasciano solo con la mia triste storia di omosessualità. Ora sono grande, sono cambiato, quasi tutte le domeniche e tutte le sere vado a messa, ma poi me ne torno a casa solo e piango e parlo da solo con la statuetta di san Francesco, ma nulla sembra risolversi. Proteggi mia madre e dalle la salute. 

Francesco (SR)


Carissimo Francesco, l’emarginazione e la solitudine è un tema sociale di forte rilevanza, tante le storie di omofobia legate all’ignoranza e alla noncuranza. Spero che presto tutti possano comprendere sì l’orientamento, ma soprattutto la dignità di ogni creatura. Ricorda le parole di papa Francesco: «Se una persona è di buona volontà, chi sono io per giudicare?» Ti invito anche a leggere il testo della Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali (puoi scaricarla da internet http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html) dove si distingue tra tendenza e comportamento omosessuale, chiedendo di evitare il comportamento e di non assecondare la tendenza. E, nella difficoltà di una tendenza fortemente avvertita, avere la capacità di sublimarla nel totale dono di sé. Questo, lungi dal mortificare l’amore, ci permette di vivere l’Amore, quello lasciatoci come eredità da Gesù stesso, mediante una relazione sana e sanante con tutti coloro che fanno parte della nostra vita. Cerca, caro Francesco, di non allontanarti da te stesso e di avvicinarti agli altri e a Dio: troverai qui l’amore che ti darà la forza di alzarti ogni giorno e vedere sempre il sole. 

Un caro saluto di pace e bene

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