Lettere al direttore

IMMETTERE POSITIVITA', NON VELENI

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Gentilissima redazione,

sono un'abbonato piuttosto recente che legge sempre volentieri la vostra rivista. Oggi mi sono spinto a scrivervi per una questione riguardante l'articolo "basta indifferenza...un breve percorso che mette in relazione Dante, Antonio Gramsci e papà Francesco. Ora la rivista in casa è letta anche da mio padre che ha 76 anni, molti dei quali vissuti in Emilia Romagna, regione che negli anni in cui Guareschi ambientava le lotte tra Don Camillo e Peppone e vi assicuro che veder accostati il sommo poeta Dante e il Santo Padre Papa Francesco con Gramsci, fondatore del Pci che negli anni del dopoguerra non si distingueva per l'amore nei confronti dei cattolici lo ha stupito parecchio. Mio zio materno, un monsignor fu picchiato da studente e rischiò la vita parecchie volte perché i 'rossi' non erano molto tolleranti.  Sono sicuro che altri intellettuali cattolici o cristiani si sarebbero potuti adattare al percorso proposto, ma perché proprio Gramsci? Non capisco. Vi lascio con un aforisma sull'indifferenza proprio di Chesterton, illuminante come sempre. "L'imparzialità è un nome pomposo per l'indifferenza, che è un nome elegante per ignoranza".

PAOLO (@)



Caro Paolo,

lo spirito che teniamo nella nostra rivista è di natura inclusiva, ci piace ascoltare l’opinione di tutti ma sopratutto riconoscere il buono che c’è in tutte le idee, anche  quelle che non condividiamo. L’universalità di certi concetti, che sono univoci, non possono essere oscurati da antiche incomprensioni. Per farti un esempio se un cristiano, un islamico, un buddista dicono la parola pace, essa non è sminuita nel suo significato, ma assume una forza incredibile che vibra della potenza di tutte quelle culture. E’ ciò che ci ha lasciato in consegna Papa Wojtyla dopo quell’incontro interreligioso del 1986 in cui i leader delle diverse fedi si incontrarono ad Assisi per parlare di pace. Questo insegnamento vogliamo applicare sempre, per immettere positività e non veleni, come ci ha insegnato un altro grande pontefice, Benedetto XVI. Prendere il buono di qualcosa deve essere il nostro obbiettivo, l’esclusione a priori ha finito sempre per creare conflitti, incomprensioni, lotte che possono essere sedate solo con l’incontro e il dialogo.

Un  caro saluto di pace e bene.

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