Lettere al direttore

Il Francesco di sempre, non difende e non attacca... accoglie

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

Avere la fortuna di nascere e vivere nella campagna ai piedi del monte Subasio mi ha offerto la possibilità di godere di una costante presenza rassicurante. L’Umbria è piena di altri simili meraviglie, ma la luce di Francesco garantisce al mio monte una bellezza straordinaria. Da bambino, vista la rispettosa confidenza con cui mi parlavano di lui, ero portato a credere fosse un nostro parente defunto! Ricevere l’invito per sentire parlare di Francesco è stato un piacere. L’arrivo nella Sala Papale con qualche minuto di anticipo mi ha permesso, dopo l’acquisto del libro, di poter cominciare a sfogliarne le pagine. Non nego di aver provato un senso di sana paura dopo la lettura del titolo “Vado da Francesco”, perfettamente d’accordo sul verbo, il “da” mi faceva temere una staticità mai gradita al Santo. La lettura della prefazione del cardinal Ravasi mi ha immediatamente ridonato le certezze di cui avevo bisogno. Le bellissime pagine finali hanno poi completato l’opera facendoci riabbracciare il Francesco di sempre. Con stima e simpatia,
Giovanni (PG)

Caro Giovanni, spero che il volume possa farti abbracciare, giorno dopo giorno, il Francesco di sempre. Quel Francesco che è amato da tutti, credenti e non credenti, ieri e oggi. Continuamente mi pongo la questione dell’attualità di Francesco e credo sia dovuta principalmente alla sua adesione incondizionata al Vangelo a livello spirituale, ma non solo. A livello umano, oltre a quella lucente coerenza, appare un uomo che non difende e non attacca, ma semplicemente accoglie e in questa accoglienza tutti ci sentiamo i benvenuti. Quello che auguro a te è di partire proprio da qui per percorrere il tuo cammino di incontro e dialogo accanto a san Francesco.
Un caro saluto di pace e bene

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