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Cuba - Usa: la svolta storica

Roberto Pacilio
Pubblicato il 30-11--0001

Dopo 53 anno di embargo e guerra fredda tra Stati Uniti e Cuba, siamo davanti ad un momento storico. Ne parliamo con padre Roberto Carboni, francescano che per 12 anni ha vissuto a Cuba.



Cosa rappresenta per i cubani e per il mondo intero questo evento storico?

La storia, si sa, procede a volte veloce altre volte lenta. In questo caso ci sono voluti 53 anni di faticoso cammino. Siamo davanti alla storia, quella grandedelle relazioni fra Stati Uniti e Cuba, sin qui segnate dal muro contro muro, dal dialogo a volte impossibile, altre volte appena accennato, altre ancora promesso. Ma anche di fronte alla storia, quella piccola, fatte di tante ordinarie storiequotidiane, che in questi anni hanno portato su di sé il dolore, la rabbia, la speranza, la delusione. Certo, se la grande storia fa in fretta a muoversi con un comunicato in televisione e i titoli sui giorni, la piccola storia sarà meno facile da guarire, da elaborare. Questo è solo l’inizio di un cammino di riconciliazione non solo fra Stati Uniti e Cuba,ma anche fra le diverse anime di Cuba, sia che vivano in patria sia che stiano al di là dello stretto. Ci vorrà tempo per guarire, per crederci. Ma alla fine qualche cosa si è mosso. Forse in primo luogo nel cuore e nella testa di quelli che decidono per gli altri. Un segno di speranza anche per il mondo, dove sempre più spesso, invece di sanare i conflitti si cerca in tutti i modi di fomentarli.

Cosa cambierà per i cubani con la fine dell'embargo?

Cambieranno molte cose anche se non immediatamente. Il modo di vedere se stessi: non più accerchiati, assediati, vittime da sempre del grande nemico causa di tutti i mali. Adesso si potrà forse guardare con maggiore realismo ai problemi prodotti dall’embargo e agli altri frutto della politica sociale, delle scelte economiche. Cambierà forse anche l’economia, immaginando che senza più il divieto per gli statunitensi dei viaggi a Cuba, entri un flusso notevole di denaro, si muove maggiormente l’economia grande e piccola, si permettano apertura alle attività private ben più ampie di quelle già in adottate sino ad ora.

Come hanno accolto la notizia i frati all'Avana? Li ha sentiti?

I frati son contenti perchési rendevano conto da tempo, cosa evidente a molti, che l’embargo  era inutile. In 53 anni non aveva facilitato nessun cambio a livello politico, chiudeva il dialogo, e soprattutto creava sofferenza ai cubani. Inoltre, anche guardandolo dalla prospettiva ecclesiale, questo cambio apre una maggiore collaborazione con la Chiesa cattolica degli Stati Uniti. Infine, diciamolo pure, il fatto che, siaRaul Castro che Obama, abbiano riconosciuto l’importante ruolo giocato dal Vaticano e da Papa Francesco nell’avvicinamento delle due parti, mette la chiesa cattolica di Cuba nella posizione di un ruolo mediatore speciale per ricostruire le relazioni e per riconciliare anche i cubani dell’esilio con quelli dell’isola.

Come ha vissuto l’embargo mentre viveva a Cuba. Ci racconta qualche aneddoto?

La vita di un missionario a Cuba è la vita della gente. Quindi anche l’embargo rientra“nel pacchetto” che si accoglie quando si arriva nell’isola, insieme all’acqua da bollire tutti i giorni per poterla bere, alla difficoltà in una città come l’Avana di trovare una lampadina per la chiesa, alla drammatica ricerca dei medicinali per un bambino malato. Ma i cubani sono persone creative. Per più di50 anni hanno fatto funzionare, a volte come un vero miracolo, le loro vecchie automobili; le uniche che potevano permettersi. Più che l’embargo che pure ha creato sofferenza e difficoltà oggettive, a me meraviglia la capacità enorme dei cubani di “inventarsi” come loro dicono, le soluzioni a ogni problema. Ricordo un fatto che mi è capitato ritornando da La Avana a Matanzas, dove abbiamo aperto al nostra prima comunità francescana conventuale. I trasporti pubblici a Cuba sono (lo dico al presente, perché per il cambio credo che bisognerà aspettare…) quasi disastrosi. Quindi lo sport nazionale è quello , come si dice in spagnolo di chiedere “botella”, cioè un passaggio a qualche macchina che passa per strada. Ero riuscito a prendere una “botella” a un piccolo pulmino con altre persone dentro. Dopo aver fatto un po’ di tragitto in una strada abbastanza malandata, durante una manovra il pulmino sbatte violentemente la coppa dell’olio su una pietra appuntita, con relativo disastro. Guardandosi intorno, l’autista si accorge che poco distante c’è una casa, forse di un fabbro. Si spinge la macchina sin lì e fortunatamente il fabbro ha gli strumenti per saldare un pezzo di metallo che tapperebbe il buco e permetterebbe rimettere l’olio e ripartire. Ma manca un elemento importante per la saldatura, credo un acido che aiuti il processo di saldatura. Ma lì si fa viva la creatività cubana. Dopo aver fatto un veloce sondaggio fra la gente appaiono alcune aspirine… ed ecco l’acido che ci serviva. Incredibile! Ha funzionato. Siamo riusciti a fare gli 80 kilometri che ci separavano da casa.

Secondo lei verrà cancellato del tutto l'embargo?

Dobbiamo renderci conto che vi sono decisioni che può prendere il presidente Obama, e altre che devono essere sottoposto al Congresso degli Stati Uniti. Forse sarà facile avviare le relazioni diplomatiche (bisogna ricordare che già da tempo a Cuba esiste "l’oficina de intereses"degli Stati Uniti. Non èuna ambasciata ma comunque una presenza statunitense che probabilmente evolverà in sede diplomatica. Altri aspetti dell’embargo: poter comprare non solo medicine e alimentari ( cosa già permessa in questi anni, ma con la condizione di pagare in cash) ma soprattutto tecnologia , avranno forse bisogno di tempo, forse uno o due anni, per realizzarsi pienamente. In ogni caso, l’avvio c’è stato e non si può fermare.

Il ruolo del Papa nell’apertura fra USA e Cuba?

Abbiamo due autorevoli testimonianza della reale ed efficace presenza della Santa Sede e specialmente della mediazione di Papa Francesco in questa vicenda. Lo hanno detto chiaramente sia Raul Castro e Obama nei rispettivi discorsi televisivi alla nazione. Da tanto tempo però la chiesa cattolica, specialmente per opera del Cardinale Jaime Ortega Alamino, si è mossa sul cammino del dialogo, dell’avvicinamento. Non mi stupirei se fra i protagonistidi questo storico evento, volontariamente decisi a rimanere nell’ombra, ci sia proprio il paziente lavorìo del Cardinal Ortega. Tante volte dalla sua bocca ho sentito dire che la via della contrapposizione dura fra Chiesa e governo non era un bene per nessuno e che la Chiesa dovevaproporsi come mediatrice di riconciliazione fra tutti i cubani. Inoltre la Chiesa da sempre ha detto che l’embargoera inutile e portava solo sofferenza alla povera gente.

Il futuro dell’pera della Chiesa in Cuba è quindi già segnato: continuare la sua missione di educatrice di coscienze, soprattutto dei giovani, e farsi mediatrice di riconciliazione.

 

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