giotto

LA SCOPERTA DI CHIARA FRUGONI

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



L'affresco di Giotto, nella Basilica superiore di San Francesco, ad Assisi, l'avranno visto e ammirato in otto secoli di vita, dalla fine del '200, milioni e milioni di persone - pellegrini, turisti, religiosi, laici, appassionati ed esperti d'arte, politici, rockstar - eppure nessuno si era mai accorto di un particolare: il ritratto di un demone quasi scolpito in una nuvola. A scovarlo e' stata la storica Chiara Frugoni, grande studiosa del francescanesimo.


Eppure, quel particolare - ''un vigoroso ritratto, completato anche da due corna scure'', secondo le parole della medievalista, nella parte della nuvola più vicina all'angelo di destra - compare in una delle scene centrali del ciclo della Vita di Francesco: la ventesima, quella che mostra, in basso, la morte del Santo, attorniato dai discepoli, e nella parte superiore l'anima di Francesco ascesa in cielo. In mezzo c' e' appunto la nuvola, con il demone. La ventesima e' una delle scene più significative del ciclo attribuito a Giotto ed e' stata anche la più impegnativa per i pittori del cantiere: ci sono volute ben 66 giornate di lavoro per completarla.


Non e' stata una pennellata a caso. Ma e' stata un'impertinenza, un gioco dell'artista, quel profilo di demone? Chi voleva rappresentare il pittore? Se stesso, un compagno di lavoro, un frate committente? Oppure, quasi nascosto nelle nuvole, tentava - come si credeva nel Medioevo - di impedire la salita delle anime al Paradiso, nell'eterna lotta fra il bene e il male? A porre le domande, solo ipotesi interpretative, e' la stessa Frugoni, parlando - in un articolo per il prossimo numero di San Francesco Patrono d'Italia, la rivista edita dal Sacro Convento di Assisi - di un ''significato ancora da approfondire, ma che sembra destinato a dare buoni frutti''.


Secondo il capo dei restauratori della Basilica, Sergio Fusetti, la scoperta della Frugoni introduce sicuramente una ''novità iconografica, ma il demone non sembra entrare nella scena vera e propria, altrimenti sarebbe stato evidenziato con più visibilità. Forse e' stato un dispetto dell'artista nei confronti di qualcuno o forse un suo divertimento''.


Se, dunque, c' e' campo aperto per le interpretazioni di quel profilo di demone - il naso adunco, gli occhi scavati, le due corna scure - la stessa Frugoni è invece certa che la sua scoperta e' destinata a fissare un nuovo inizio di quella che la medievalista chiama la ''manipolazione delle nuvole'' da parte di un pittore.


''Fino ad oggi, infatti - osserva la storica - il primo pittore che pensò di trattare le nuvole era ritenuto Andrea Mantegna che nel suo San Sebastiano, dipinto nel 1460 (oggi conservato nel Kunsthistorisches Museum a Vienna), mostrò sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge da una nuvola. Ora, questo primato del Mantegna non è più tale''.


Un altro particolare dell'affresco viene fatto notare dalla studiosa: ''Il modo in cui nella Morte di Francesco sono rese le nuvole mostra che, per la prima volta, sono state ritratte dal vero, osservando i venti che le trasportano''. Una irruzione del reale nella pittura sacra, così come Giotto, per la prima volta - ha sottolineato la filosofa Julia Kristeva, non credente, parlando alla Giornata per la pace, ad Assisi, il 27 ottobre scorso, davanti al Papa e ai leader religiosi mondiali - ''dispiega i testi sacri in un insieme di immagini viventi della vita quotidiana degli uomini e delle donne del suo tempo''.


La scoperta di questa figura nell'affresco giottesco e' stata evidentemente comunicata dalla Frugoni al custode del Sacro convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, e al direttore della Sala stampa, padre Enzo Fortunato. C' e' molta attenzione nella comunità francescana sulle questioni legate al formidabile monumento artistico che e' la Basilica - e spesso per modesti restauri interviene direttamente, come nel caso dei lavori nella cripta - e con la stessa Frugoni, spesso ospite ad Assisi, c'è stato e c'è un confronto aperto. L'apertura e il dialogo che la comunità del Sacro convento manifesta sulle grandi questioni che interessano la vita dell'uomo e della società contemporanea c'è anche sul dibattito culturale e scientifico attorno ai tesori artistici custoditi ad Assisi.


La rivista san Francesco Patrono d'Italia ha così deciso di dedicare uno speciale alla scoperta della Frugoni, con un articolo della stessa medievalista - della quale e' appena uscito su Einaudi il libro 'Storia di Chiara e Francesco' - corredato dalle foto di quel demone fatto spuntare da Giotto fra le nuvole del cielo d'Assisi, il 3 ottobre del 1226, giorno della morte di Francesco.
di Fausto Belia

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