francescanesimo

Solidarietà francescana: aiutare il prossimo, chiunque egli sia, è naturale istinto dell’uomo

Mauro Gambetti
Pubblicato il 22-06-2017

Mi colpiscono sempre i gesti di solidarietà. Soprattutto per la loro semplicità

Qualche tempo fa, sulla riva del Tescio, passeggiava una anziana signora. Tutto a un tratto arrivò un gruppo di ragazzini schiamazzanti, che cominciò a giocare e a rincorrersi nei pressi della riva. Distratta e divertita dalle grida dei ragazzi, la signora mise in fallo un piede, cominciò a vacillare ed urlò spaventata. Impressionante: due ragazzi si precipitarono come fulmini in soccorso della donna che, prima di cadere rovinosamente a terra, fu afferrata e sostenuta. Tutto finì con una fragorosa e liberante risata.

Mi colpiscono sempre i gesti di solidarietà. Soprattutto per la loro semplicità. Credo che fatti come quello che ho or ora ricordato appartengano alla vita ordinaria e siano la cifra dello spirito di solidarietà. Lo slancio che porta ad aiutare il prossimo, chiunque egli sia, è proprio del naturale istinto dell’uomo. Una sorta di cameratismo che affonda le sue radici nella comune appartenenza al genere umano e nell’istinto di sopravvivenza, che mira a salvaguardare se stessi e la specie. La solidarietà è un’attitudine originaria a farsi partecipi, vicini agli altri, solidali prestando aiuto. Nulla di romantico. Nulla di eroico. Molto umano!

Umano umano, tanto che, per non muoversi in soccorso di qualcuno, una persona sana deve farsi violenza e frenarsi: può astenersene solo per ragioni superiori che il buon senso o la ragione illuminata gli dettano. Ad esempio, una mamma normale non interviene sempre per impedire la caduta di un bimbo che sta muovendo i primi passi, anche se istintivamente sarebbe spinta a salvaguardare il figlio da ogni “ammaccatura”.

La solidarietà è molto umana, dicevo, eppure oggi sembra essersi smarrito questo istinto naturale. Non è raro assistere a scene di indifferenza verso chi è nel bisogno. Talvolta, capita anche di leggere di qualche genitore che ha dimenticato il figlioletto da qualche parte, di solito in auto. Sintomatico. La “solidarietà” è in crisi. Ne consegue che la società è in crisi, perché non è il diritto che fonda la convivenza sociale, ma la solidarietà.

Cosa sta succedendo? Molto semplice. Stiamo attraversando una fase di declino. Sono in atto pesanti processi di disumanizzazione. Occorre contrastarli e risvegliare coscienze ferite da troppi interessi egoistici. Come fare? Papa Francesco richiama spesso l’importanza della solidarietà che, essendo un’attitudine umana, va educata.

Continuiamo a fare gesti di solidarietà. Hanno un valore inestimabile. Per noi stessi, perché nel praticare la solidarietà si gusta la gioia di essere uomini. Per i destinatari dei nostri gesti, perché ne traggono beneficio e consolazione. Per gli indifferenti e gli egoisti, perché la testimonianza che offriamo è come un campanello che può destare i dormienti, o come un secchio d’acqua che può scuotere gli ebbri di denaro e di potere. Allora, solidali e contenti… Con il Cuore!

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