francescanesimo

La Gioventù Francescana compie 70 anni, tra fraternità e amore

Redazione Gifra_Puglia
Pubblicato il 15-11-2018

La Gioventù Francescana (Gi.Fra) compie 70 anni. Un anniversario speciale per i giovani che decidono di vivere le loro vite sulle orme di San Francesco d’Assisi. Tante le iniziative, i sogni, i progetti. Tra passato e futuro. ACI Stampa ne ha parlato con Martina Scarinci, Vice Presidente della Gioventù Francescana Nazionale.



Settanta anni di Gioventù Francescana. Come sono trascorsi questi anni, qual è stata la loro evoluzione?

Quest’anno la Gioventù Francescana ha vissuto un compleanno speciale: sono passati ben 70 anni da quando nel 1948 si costituì ufficialmente la Federazione dei giovani Francescani, che prese il nome di Gioventù Francescana e che aveva lo scopo di unire in un unico cammino i tanti gruppi giovanili francescani che erano collegati all’Azione Cattolica, all’Ordine Francescano Secolare o a singoli frati. Questi gruppi si erano sviluppati nei decenni precedenti in riposta all’esortazione che Papa Leone XIII aveva rivolto a tutti i giovani, essere testimoni autentici del messaggio cristiano nel mondo.

Da allora ad oggi, la Gifra ha fatto tanti passi avanti: ci si è dati uno statuto, "Il Nostro Volto", e da circa una decina di anni si sono unite formalmente in un'unica esperienza nazionale tutte le fraternità che vivono il proprio cammino nei conventi dei Frati Minori, dei frati Cappuccini e dei frati Conventuali. Ma al di là dei progressi che ha compiuto la Gioventù Francescana come movimento, sono cambiate tanto le esperienze delle singole fraternità. Basti pensare che, all’inizio, le fraternità erano separate tra maschi e femmine. Essendo un’esperienza per i giovani e fatta dai giovani, la Gioventù Francescana in questi 70 anni di storia è cresciuta insieme alle generazioni di giovani che l’hanno vissuta, riflettendo su tematiche che hanno accompagnato il cammino di tanti ragazzi e ragazze fino ad arrivare fino ad oggi, a questo splendido compleanno.



Voi che contributo avete dato? E quali sono state le iniziative per festeggiare l’anniversario?

Negli ultimi anni, ci siamo sempre più resi conto che la forza del nostro cammino è la fraternità, ad ogni livello, nazionale, regionale e soprattutto locale, laddove il cammino di ognuno di noi cresce di incontro in incontro, e come consiglio nazionale stiamo cercando di supportare tutte le fraternità locali perché siano sempre più consapevoli della responsabilità che hanno per il cammino dei giovani che ne fanno parte e abbiano gli strumenti per costruire percorsi efficaci perché ogni "gifrino" sia accompagnato ad approfondire il proprio incontro con il Signore e a riconoscerlo nella sua storia.

Proprio per questo, per festeggiare questo compleanno, negli eventi estivi ci siamo chiesti qual è la “Forma dell’amore”, cioè quali forme può assumere il grande desiderio di amare che risiede nel cuore di ognuno di noi, questa tematica richiama uno dei punti centrali del nostro cammino, il discernimento vocazionale. Ovviamente non poteva mancare la festa vera e propria con tanto di torta e candeline: abbiamo 70 anni, ma li portiamo proprio bene!



San Francesco d’Assisi, il santo più amato nel mondo, un santo che ha fatto davvero la rivoluzione, della sua vita e dell’amore. Oggi è ancora possibile? Cosa rintracci di questo nei giovani di oggi?

Penso che il desiderio di amare sia qualcosa che è presente nel cuore di ogni uomo e specialmente per noi giovani è quasi un’urgenza, le domande che abbiamo dentro hanno tutte a che fare con l’amore, poiché ogni aspetto della vita da quello relazionale a quello lavorativo a quello fraterno dipendono da come ci vogliamo giocare nell’amore. Come Gioventù Francescana siamo fortunati perché possiamo contare sull’esempio di un grande testimone, San Francesco, un innamorato di Dio che prima di ogni cosa si è riconosciuto amato dal Padre e su questa consapevolezza ha fondato tutta la sua vita; penso che sul suo esempio anche oggi, per noi giovani che cerchiamo di vivere il nostro cammino di Fede e di vita guardando alla sua testimonianza sia possibile riconoscere questo amore e scegliere di accoglierlo e decidere di costruire a partire da questo.



I giovani sono stati al centro del Sinodo voluto da Papa Francesco qualche settimana fa. Cosa ne pensi di quello che è emerso dal Documento finale?

Innanzitutto, da giovane cristiana in tutto il percorso sinodale, fin dal primo momento, mi sono sentita come abbracciata dalla Chiesa, mai come in precedenza i giovani sono stati al centro della riflessione, non solo oggetti di studio, ma coinvolti e valorizzati nel desiderio di comprendere cosa viviamo e come cerchiamo di vivere nel mondo, da giovani fedeli anche desiderosi di prenderci le nostre responsabilità come membra vive della Chiesa. Il documento è interessante. Sicuramente emerge un desiderio, quello di essere accompagnati nel nostro cammino da una Chiesa presente e che possa essere testimone autentica della bellezza di lasciarsi amare dal Signore e della bellezza di amare a imitazione dell'amore del Padre.

Mi sembra che dal documento si riconosca nell'importanza dell'accompagnamento ai giovani una priorità della Chiesa, anche se contemporaneamente emergono tanti aspetti complessi su cui ci si deve ancora interrogare per fare sì che questa vicinanza e cura possano diventare concretamente ciò di cui noi abbiamo bisogno e desideriamo. La speranza è appunto quella che la riflessione non si esaurisca qui, ma possa continuare e trasformarsi in pratica pastorale concreta.



Un augurio per i prossimi anni Gifra che verranno...

Una bella domanda. Avvicinandoci al capitolo nazionale, che vivremo nell'agosto 2019, in cui si rinnoverà il consiglio che accompagnerà la fraternità nel prossimo triennio gli auguri che posso fare a questa luminosa esperienza di Chiesa che mi ha accompagnato per più di 10 anni sono tanti. Sicuramente di rimanere “fraternita”, luogo di accoglienza, di dialogo, di cura reciproca, di servizio, luogo in cui riconoscersi figli amati e fratelli, in cui mettersi in ascolto, con la consapevolezza di non essere da soli davanti alle domande, alle incertezze, alle paure, ma anche alle gioie, alle scelte, all'amore, perché la condivisione moltiplica. (Veronica Giacometti - Aci Stampa)


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