francescanesimo

Il saluto di Amatrice ai frati francescani

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 21-07-2017

Lasciano la comunità dopo aver prestato servizio nel dopo terremoto

Erano venuti per risollevare lo spirito della gente di Amatrice, afflitta dal terremoto. E sono entrati nel cuore di centinaia di persona grazie ad un carisma e entusiasmo trascinante. 



I frati minori - che per nove mesi sono stati nel paesino reatino distrutto dal sisma e ancora in fase di ricostruzione - hanno lasciato un segno indelebile. E il loro "arrivederci" alla comunità di Amatrice è stata una festa di congedo come nelle occasioni migliori



NEL CUORE DELLA COMUNITA'


Lunedì sera 17 luglio li hanno omaggiati almeno trecento persone. La festa si è svolta al Campo Caritas della frazione Santa Giusta. Come ricorda frontierarieti.it, dal loro arrivo a novembre i francescani hanno saputo entrare nei cuori degli abitanti con umiltà e naturalezza. Le visita alle famiglie, le celebrazioni, la presenza costante hanno creato una rete di legami profondi e sinceri. 



LA SCELTA DEL VESCOVO


Li aveva voluti fortemente il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, perché sapeva che la loro presenza poteva rianimare il paese. E i ringraziamenti dei tanti presenti hanno dimostrato che la scelta di Pompili è stata più che corretta. 



CANTI E MUSICA


Un grazie che si leggeva negli occhi lucidi di chi si è raccolto intorno agli amici. Dopo il momento di preghiera, si è voluto allontanare la tristezza per l'addio con musica, i canti e la danza. La commozione ha lasciato il posto agli abbracci, alle risate e al clima di festa.



UNA FESTA COME AI VECCHI TEMPI


Per qualche ora, per le trecento persone presenti è stato come rivivere una delle tante serate di festa che prima del terremoto allietavano i tanti paesi durante l’estate. L’organetto, i canti a braccio, il ritrovarsi uniti dal desiderio di risollevare gli animi e il cuore.



LA PROTESTA


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In tanti hanno anche chiesto ai frati di restare, c'è chi ha protestato vivacemente per il loro "saluto". L'auspicio è che l'entusiasmo che lasciano i francescani sia una scia per la popolazione di Amatrice per continuare a sperare e sorridere verso un futuro di rinascita. 

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