fede

Natale, secondo pensiero: incarnazione ed eucarestia

Felice Accrocca
Pubblicato il 18-12-2017

Greccio, Natale del 1223. Francesco non inscenò un presepe come l’intendiamo oggi: non c’era il Bambino nella mangiatoia, e non c’erano adulti ad interpretare i ruoli di Maria e di Giuseppe, ma su quella stessa mangiatoia fu celebrato il sacrificio eucaristico. Egli volle quindi ricreare le condizioni per favorire un incontro reale con il mistero dell’incarnazione del Signore. Per lui, infatti, l’eucaristia e l’incarnazione rinviavano alla stessa scelta di fondo, quella di un Dio che si è umiliato per la salvezza dell’uomo. «Ecco – afferma convinto –, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote». È il caso di ricordarcelo. soprattutto quando siamo a messa controvoglia, con l’occhio che si volge continuamente al nostro orologio…

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