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Preghiera per l’unità dei cristiani, un'iniziativa che dura dal 1908

Mario Scelzo Pixabay
Pubblicato il 22-01-2018

Secondo le statistiche del Cesnur, Attualmente il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,5 miliardi di fedeli, davanti all'islam, che conta 1,5 miliardi di fedeli, e all'induismo, che ne conta 900 milioni

E’ in corso di svolgimento la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un’iniziativa ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso. Questa iniziativa è nata in ambito protestante nel 1908 e nel 2008 ha festeggiato il centenario.

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero Nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo, apostolo delle genti. Dal 1968 il tema e i testi per la preghiera sono elaborati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i cattolici.

“Potente è la tua mano, Signore” (Esodo 15,6) è il tema della riflessione di quest’anno, un testo che richiama all’opera salvifica e liberatrice di Dio dalla schiavitù e dalla oppressione come fonte di Unità. Secondo le statistiche del Cesnur, Attualmente il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,5 miliardi di fedeli, davanti all'islam, che conta 1,5 miliardi di fedeli, e all'induismo, che ne conta 900 milioni. All’interno del variegato e complesso mondo cristiano, abbiamo poi 1 miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 470 milioni di evangelici pentecostali, 240 milioni di ortodossi e 275 milioni di altri fedeli.

Un rapido esempio per spiegare la varietà e la complessità dell’universo cristiano: esiste la “Chiesa ortodossa estone” (chiesa semi-autonoma sotto il patriarcato di Mosca) che però è diversa dalla “Chiesa ortodossa apostolica estone” (sotto il patriarcato di Costantinopoli - autonomia accordata dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ma non riconosciuta dal patriarcato di Mosca). Le differenti confessioni cristiane sono il “frutto” e la “sedimentazione” da un lato di divergenze teologiche, dall’altro di guerre, scissioni, piccole o grandi beghe di potere, nazionalismi, insomma delle mille giravolte della storia.

È nel XX secolo che si fa strada la sensibilità ecumenica, che si concretizza nella ricerca non di una unione di tutte le Chiese, ancora assai utopistica, ma nello sviluppo di un dialogo basato sul rispetto reciproco e sulla esplorazione di vie per condividere, nella preghiera, la comune fede in Cristo. Una vera e propria “svolta ecumenica” parte dal Concilio Vaticano II (1962 – 1965), specialmente attraverso il decreto sull'ecumenismo, Unitatis Redintegratio. Per prima cosa tale decreto riconosce la validità del movimento ecumenico già esistente al di fuori della Chiesa cattolica, ma la cosa più importante è che l'ecumenismo viene considerato come un bisogno vitale in seno alla Chiesa cattolica e come il frutto di una vera conversione e di un vero rinnovamento della Chiesa.

Non si può parlare di Ecumenismo senza pensare a San Giovanni Paolo II, autore di numerosi gesti ed iniziative tese al dialogo tra le fedi e tra i cristiani, si pensi solo alla storica Preghiera per la Pace, tenutasi ad Assisi il 27 Ottobre 1986. Venendo ai giorni nostri, è nota la “passione ecumenica” del Cardinal Bergoglio. Il 2017, anno del 500° anniversario della Riforma Luterana, è stato caratterizzato da gesti, viaggi e simboli carichi di significato. Papa Francesco, nel corso del suo viaggio nella protestante Svezia, così si è espresso: “Con gratitudine riconosciamo che la Riforma ha contribuito a dare maggiore centralità alla Sacra Scrittura nella vita della Chiesa”.

“Attraverso l’ascolto comune della Parola di Dio nelle Scritture – ha quindi proseguito il Papa – il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale, di cui celebriamo il 50° anniversario, ha compiuto passi importanti. “L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio. ‘Come posso avere un Dio misericordioso?’. Questa è la domanda che costantemente tormentava Lutero”. Il messaggio di Lutero sta proprio nella scoperta di un “Dio misericordioso”.

Parole impensabili anni fa. L’Ecumenismo è “teologia” ma anche dialogo e condivisione. Bartolomeo, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, è ormai a tutti gli effetti un amico personale di Papa Francesco. Aldilà dei numerosi e reciproci attestati di stima, vi è tra i due una evidente sintonia e simpatia umana, rafforzatasi grazie a numerosi incontri (tra i quali, uno ad Assisi per il 30° anniversario della Preghiera per la Pace). C’è poi l’ecumenismo della solidarietà, penso ad esempio alla visita compiuta a Lesbo a fine 2016 da parte di Papa Francesco, del Patriarca Bartolomeo e dell’Arcivescovo Ortodosso di Atene, visita caratterizzata dall’affetto e dal sostegno della Chiesa (Unita) verso chi è costretto a scappare dalla guerra e dalle carestie.


In conclusione, come non ricordare lo storico abbraccio avvenuto il 12 Febbraio 2016 presso l’aeroporto di L’Avana (Cuba) tra il Patriarca di Mosca Kirill e Papa Francesco? Di fatto, dal Grande Scisma del 1054, il primo gesto di riconciliazione ufficiale tra le due confessioni cristiane più importanti. Chissà quali altre sorprese ci riserverà il futuro….

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