fede

Non è Giubileo se non arriva alle tasche per aiutare i poveri

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

All’udienza nel mercoledì delle ceneri il Pontefice ripercorre il significato biblico del Giubileo, «condono generale», e condanna l’usura «peccato grave».

«Se il Giubileo non arriva alle tasche non è vero Giubileo». Nel mercoledì delle ceneri, avvio di Quaresima, Papa Francesco riflette sull’origine del Giubileo in corso, all’udienza generale in San Pietro, e attualizza il significato del «condono generale» delineato dalla Bibbia ricordando che, in un mondo nel quale l’ottanta per cento delle ricchezze è in mano al venti per cento dell’umanità, chi è più abbiente dovrebbe condividere i propri beni con i poveri e gli stranieri, e condannando il «peccato grave» dell’usura.

 
Il libro biblico del Levitico, ha ricordato il Papa, presenta l’antica istituzione del giubileo, ogni cinquanta anni, come momento culminante della vita religiosa e sociale del popolo d’Israele. In quell’epoca, «se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le sue proprietà. Era una specie di “condono generale”, con cui si permetteva a tutti di tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio. Un popolo “santo”, dove prescrizioni come quella del giubileo servivano a combattere la povertà e la disuguaglianza, garantendo una vita dignitosa per tutti e un’equa distribuzione della terra su cui abitare e da cui trarre sostentamento. L’idea centrale è che la terra appartiene originariamente a Dio ed è stata affidata agli uomini, e perciò nessuno può arrogarsene il possesso esclusivo, creando situazioni di disuguaglianza. Anche oggi – ha aggiunto Francesco – ognuno pensi nel suo cuore se ha troppe cose, pensi ha chi non ha niente, chi il 10 per cento, chi il 50 per cento…».

 
Con il giubileo biblico, «chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era diventato ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso. Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni, come accade adesso. Anche oggi – le cifre non sono sicuro – l'ottanta per cento delle ricchezze dell'umanità sono nelle mani di meno del venti per cento della gente. Lo dico ricordando la nostra storia di salvezza: il Giubileo sia occasione per convertirsi, a rendere il cuore più generoso, più figlio di Dio, con più amore. Se questo desiderio, questo Giubileo non arriva alle tasche – ha detto il Papa tra gli applausi dei fedeli – non è vero Giubileo: e questo è nella Bibbia, non se lo inventa questo Papa! Infatti il giubileo aveva la funzione di aiutare il popolo a vivere una fraternità concreta, fatta di aiuto reciproco. Possiamo dire che il giubileo biblico era un “giubileo di misericordia”, perché vissuto nella ricerca sincera del bene del fratello bisognoso».


La legge biblica, ha continuato il Papa, prescriveva anche il versamento delle «decime», ossia la decima parte nonché le «primizie» dei raccolti «ai Leviti, incaricati del culto, i quali erano senza terra, e ai poveri, agli orfani, alle vedove»: «E quante “primizie” chi è più fortunato potrebbe donare a chi è in difficoltà! Quante! Primizie non solo dei frutti dei campi, ma di ogni altro prodotto del lavoro, degli stipendi, dei risparmi, di tante cose che si possiedono e che a volte si sprecano. Questo succede anche oggi: nella Elemosineria apostolica qui arrivano lettere con dentro un po' di denaro, poca cosa o meno, “questa è una parte del mio stipendio per aiutare altri”: e questo è bello, aiutare gli altri, l'istituzioni di beneficienza, gli ospedali, le case di riposto, dare la decima ai forestieri, quelli che sono stranieri e sono di passaggio: Gesù è stato di passaggio in Egitto».


In connessione con questo tema, inoltre, la Bibbia «esorta con insistenza a rispondere generosamente alle richieste di prestiti, senza fare calcoli meschini e senza pretendere interessi impossibili», vietando esplicitamente l’usura: «Questo insegnamento è sempre attuale. quante famiglie sono sulla strada, vittima dell'usura, ma per favore preghiamo perché in questo Giubileo il Signore tolga dal cuore di tutti noi questa voglia di avere di più, dell'usura, che ci torni generosi, grandi. Quante situazioni di usura siamo costretti a vedere e quanta sofferenza e angoscia portano alle famiglie! e tante volte nella disperazione quanti uomini finiscono nel suicidio perché non ce la fanno e non hanno la speranza, non hanno la mano tesi che li aiuti, soltanto la mano che viene a far pagare gli interessi. L'usura è un grave peccato che grida al cospetto di Dio».


Il Papa ha concluso così la catechesi: «Cari fratelli e sorelle, il messaggio biblico è molto chiaro: aprirsi con coraggio alla condivisione . Tra concittadini, tra famiglie, tra popoli, tra continenti. Contribuire a realizzare una terra senza poveri vuol dire costruire società senza discriminazioni, basate sulla solidarietà che porta a condividere quanto si possiede, in una ripartizione delle risorse fondata sulla fratellanza e sulla giustizia».


Il Papa, che nel pomeriggio presiederà la cerimonia delle Ceneri a San Pietro, con l’invio dei «missionari della misericordia», ha ricordato a fine udienza che domani cade la Giornata mondiale del malato. Venerdì, ha poi concluso, «inizierò il viaggio apostolico in Messico, ma prima mi recherò all’Avana per incontrare il mio caro fratello Cirillo. Affido alle preghiere di tutti voi sia l’incontro con il patriarca Cirillo sia il viaggio in Messico».

La presidente del WWF internazionale, Yolanda Kakabadse, ha ringraziato il Papa, oggi a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro, assieme alla presidente del WWF Italia Donatella Bianchi e al presidente di WWF Stati Uniti Carter Roberts. «E' stata una grande emozione incontrare il Papa», dichiara in una nota: «A lui ho potuto esprimere, anche a nome del WWF, la mia gratitudine per l'enciclica Laudato si' grazie alla quale ha chiamato il mondo all'azione per la custodia della nostra Casa comune. In parallelo anche le altre religioni si sono espresse, cattolici, cristiani, musulmani e certamente sono state ispirate tutte le persone di buona volontà che desiderano costruire legameni tra individui, comunità economie e governi. Il risultato eccezionale dell'accordo ottenuto alla Cop21 sul clima ne è un perfetto esempio». Vatican Insider

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