fede

La tradizionale attesa dei bambini per il giorno di Santa Lucia

Antonio Tarallo Redazione online
Pubblicato il 12-12-2018

“Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”

“Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”, l’adagio è assai antico. E molte volte lo abbiamo sentito dire dai nostri genitori, o – ad esempio – dai nonni, o semplicemente dalla televisione. E si sa, i vecchi proverbi, patrimonio indiscusso della saggezza popolare, conservano sempre qualcosa di vero. La festa di Santa Lucia, cade nel calendario, il 13 dicembre. Infatti, è proprio questo giorno che segna l’inizio del solstizio d’inverno. E per affrontarlo, era importante avere chi per definizione è rinomata come la santa della luce, appunto Santa Lucia. Come dire…un nome, un fatto!

Lucia, nota santa protettrice degli occhi, degli oculisti e di tutto ciò che ruota attorno al “campo della vista”.  Santa Lucia (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304) è stata martire cristiana, durante le persecuzioni di Diocleziano, in Sicilia. La devozione come “santa patrona degli oculisti”, nasce dall’immagine che tutti conosciamo, quella che la ritrae con un piatto nelle mani, con i suoi due occhi posti sopra. Certo, questa è solo una tradizione, maggiormente “iconografica”, poichè le attestazioni confermano, invece,  altra versione di martirio: piuttosto che la sottrazione degli occhi, parlano di decapitazione o di un pugnale alla gola.

Ma, in questo articolo, vogliamo raccontare un'altra storia. Una storia che – come si dice nelle  fiabe – si perde “nella notte dei tempi”. Ed è una storia del tutto “natalizia”. In pieno periodo di Avvento. Questa sorta di “favola”, in poche parole, si potrebbe riassumere così: Santa Lucia   – in paesi come la Svezia, ma anche in alcune parti d’Italia, come il Trentino e le province di Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona – è attesa dai bambini, alla stregua di Babbo Natale, o Santa Claus, o la Befana. A voi la scelta! E’ lei, infatti, a portare i doni ai bambini nei paesi prima elencati, durante il periodo natalizio.

Anche se la sua fama è grande, nelle città italiane che abbiamo nominato, la “patria” di questa tradizione popolare è da trovarsi un po’ lontano: nei paesi scandinavi, e in particolare, in Svezia. Qui, infatti, Santa Lucia è molto venerata. La cultura  popolare del luogo vede il giorno del 12 dicembre, come un’importante vigilia. Ogni anno, i bambini cucinano squisiti biscotti. La mattina del 13, la figlia più grande della famiglia, si veste come la santa: indossa una camicia bianca, stretta alla vita da una cintura rossa. Sopra il capo, una corona decorata, dal “tono natalizio” e con tante candeline. Le figlie più piccole, invece, indossano semplicemente una camicia bianca. I figli maschi, cappelli di paglia. La mattina del 13 ricorda molto quello che avviene il 25 dicembre, in ogni casa. I bambini aspettano di vedere cosa Santa Lucia ha portato come doni. Dopo, avviene una vera e propria processione: i bambini offrono i biscotti cucinati il giorno precedente, ai familiari. Ma non solo. Alcune volte questa processione coinvolge quartieri interi: eh sì, perché i  bambini-piccoli cuochi offrono anche ai vicini, i loro dolciumi, cantando una canzone dal titolo “Luciasången”. Qualche nota di questa canzone? Ci aspetta una sorpresa nell’ascoltarle.   Scriviamo qualche verso di una canzone che può dare al lettore, almeno il senso del “motivetto musicale”: “Sul mare luccica l’astro d’argento, placida è l’onda, prospero il vento. Venite all’argine, barchetta mia…Santa Lucia, Santa Lucia!”. Ebbene sì, Napoli si trasferisce in Svezia, almeno ogni 13 dicembre. Sono proprio i versi della canzone napoletana, o meglio "barcarola", scritta dal compositore francese-napoletano Cottrau, nel 1849. La “Luciasången” ha lo stesso motivo della nota canzone partenopea, e si canta con le candele accese in mano, in un’atmosfera sognante, fantastica, proprio… “da favola”…ogni 13 dicembre.


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