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LA MISTERIOSA DEVOZIONE DI PAPA FRANCESCO PER SAN PIO. OGGI L'ARRIVO A SAN PIETRO DEL CORPO DEL SANTO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Mai papa Francesco ha citato, finora, san Pio da Pietrelcina nei suoi discorsi e nelle sue omelie. Però...

Mai papa Francesco ha citato, finora, san Pio da Pietrelcina nei suoi discorsi e nelle sue omelie; non si conoscono libri o pubblicazioni in cui si parli di un legame tra Bergoglio e il Santo del Gargano; però il Pontefice ha voluto, sorprendendo molti, che durante il Giubileo straordinario della Misericordia siano esposte nella basilica di San Pietro le spoglie del Frate con le stigmate. E oggi, con una solenne processione, nella basilica vaticana vengono collocate nei pressi della Porta santa e vi rimarranno fino all’11 febbraio. Dunque il legame tra il Pontefice argentino e il Santo di Pietrelcina risulta «misterioso», e viene indagato e approfondito da Ignazio Ingrao, scrittore e vaticanista del settimanale Panorama, nel suo libro «Il segno di padre Pio. Da santo perseguitato a simbolo della Chiesa della Misericordia di papa Francesco» (Piemme, 264 pagine), in cui si domanda come «è nata la devozione di papa Francesco per Francesco Forgione» (nome secolare di padre Pio). Per il giornalista, è quasi un «giallo» da risolvere.

Intanto, un «indizio»: la «frase che il pontefice ha pronunciato nell’aprile 2014 benedicendo una statua lignea di padre Pio che gli portarono i frati di san Giovanni Rotondo: “Padre Pio, adesso siamo più vicini, io benedico te, ma tu proteggi me…”. 

Ingrao, per «ricostruire il misterioso rapporto spirituale tra Francesco e padre Pio», chiede aiuto a «un testimone d’eccezione: padre Marciano Morra», che per venticinque anni è stato «segretario generale dei gruppi di preghiera di padre Pio». Racconta il Cappuccino: «Quando si trovava in Argentina, come arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio aveva ricevuto notizie su padre Pio solo frammentarie e di riflesso. Ciò che invece risvegliò la sua attenzione e destò la sua curiosità furono due fatti molto importanti, accaduti nel 2002, quando Bergoglio era già cardinale: la cerimonia di canonizzazione di san Pio, il 16 giugno di quell’anno, e la scoperta, in tale occasione, della diffusione si può dire quasi capillare dei gruppi di preghiera di padre Pio nella capitale argentina». Il clamore mediatico della proclamazione di Pio da Pietrelcina «spinse il cardinale Bergoglio a informarsi più a fondo sulla presenza e sull’attività dei gruppi di preghiera di padre Pio nella città. Scoprì che erano diventati più di ottanta».

Bergoglio allora manda a Roma due persone di fiducia per approfondire questo fenomeno: il suo portavoce, padre Guillermo Marcó, e una sua amica, Ana Cristina Cernusco, segretaria personale dell’ex-presidente argentino Fernando de la Rúa. «Padre Marcó e la signora Cernusco – prosegue Morra – giunti in Italia, incontrarono monsignor Riccardo Ruotolo, presidente della Casa Sollievo della sofferenza e dei gruppi di preghiera di padre Pio». C’era anche padre Morra «a quel colloquio. I due “inviati” di Bergoglio fecero molte domande, soprattutto sui gruppi di preghiera: quanti erano, come erano organizzati, chi li seguiva. Al termine dell’incontro ci proposero di recarci in Argentina per avere un colloquio personale con il cardinale Bergoglio. La proposta ci fece una certa sorpresa ma capivamo bene l’importanza dell’opportunità che ci era stata offerta, perciò organizzammo quel viaggio».

Di quella «trasferta» a Buenos Aires il Frate svela: «Ci recammo in Argentina in due, io e monsignor Giuseppe Ruotolo, fratello di Riccardo. Quando arrivammo all’arcivescovado eravamo un po’ tesi. Non sapevamo che cosa ci avrebbe chiesto il cardinale. Ci fecero accomodare in una piccola stanzetta, cinque metri per cinque. Bergoglio arrivò presto. E fu un incontro meraviglioso. Ci accolse come fossimo vecchi amici. Mi colpì molto la sua dolcezza, la sua affabilità, il senso forte dell’amicizia che traspariva dal suo volto e dalle sue parole. Abbiamo parlato a lungo. La prima cosa che ci chiese era la forma giuridica dei gruppi di preghiera. Gli spiegammo che lo statuto è approvato direttamente dalla segreteria di Stato e a essa i gruppi fanno capo direttamente. Ciò rappresenta una garanzia per la Chiesa e per i vescovi diocesani. Poi scendemmo più nel merito. Ci chiese qual è la finalità dei gruppi di preghiera. E gli spiegammo che l’obiettivo principale è portare pace e serenità nel mondo. Infatti nacquero in risposta al famoso radiomessaggio di Pio XII del 1942, in un momento molto difficile della storia, quando l’Europa viveva la drammatica esperienza della Seconda guerra mondiale. A essi papa Pacelli affidò il compito, sulla scorta dell’insegnamento di padre Pio, di pregare per la pace».

«I gruppi si nutrono del confronto con la Bibbia e con la Parola di Dio - continua - E questo, al tempo di Pio XII, rappresentò un’altra importante novità ben prima del Concilio Vaticano II. Padre Pio, infatti, ha sempre cercato di aiutare i fedeli a pregare con l’aiuto della Sacra Scrittura»: Morra si accorse che «questo aspetto colpì molto Bergoglio che ancora oggi, divenuto papa, raccomanda continuamente ai fedeli di leggere il Vangelo e farsi accompagnare dalle parole di Gesù».

Un altro aspetto che l’Arcivescovo della Capitale argentina desiderò approfondire in quell’incontro fu il tema delle «opere di carità. Infatti i gruppi di preghiera non sono solo un movimento di orazione ma sono anche molto attivi. Si propongono di portare aiuto ai bisognosi. Testimonianza vivente di questa attività è la Casa Sollievo della sofferenza, l’ospedale di San Giovanni Rotondo voluto personalmente da padre Pio». 

Poi, la Confessione: san Pio fu un vero «”apostolo del confessionale” e Bergoglio apprezzò molto questo aspetto». 

Da quell’incontro a Buenos Aires è nato un legame profondo e intaccabile Bergoglio-padre Pio, legame che sarebbe rimasto «nascosto dietro le quinte», quasi invisibile, per undici anni, per poi venire alla luce, «esplodere» in tutta la sua forza, quando l’argentino, nel frattempo diventato Papa, renderà il Santo un simbolo del Giubileo della Misericordia. Vatican Insider

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