fede

La Madonna di Lourdes e San Massimiliano Kolbe

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Lourdes, 11 febbraio 1858. La 14enne Bernadette Soubirous dice di vedere “una cosa” vestita di bianco nella grotta di Massabielle. Il fenomeno si ripete per altre 17 volte. Il 16 luglio, giorno dell’ultima apparizione, la ragazza sa ormai che Aquero (“quella cosa” nel dialetto locale) è la S. Vergine. Gli eventi mariofanici di Lourdes diventano subito un caso internazionale. Un flusso ininterrotto di persone si riversa sulla cittadina pirenaica. I Papi ne parlano con venerazione crescente, incoraggiano i pellegrinaggi alla grotta e si fanno loro stessi pellegrini. È il caso di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. I libri al riguardo non si contano più. Eppure, pochi hanno saputo approfondire e cogliere il messaggio di Lourdes come Massimiliano M. Kolbe.

 
La molteplice attività del martire di Auschwitz ha il suo fondamento nell’adesione totale a Cristo sull’esempio e per mezzo di Maria. Nel solco della tradizione francescana P. Massimiliano ama contemplarla quale preservata dal peccato originale. Le sue più geniali iniziative non potranno che richiamarsi di maniera quasi martellante: Milizia dell’Immacolata, Città dell’Immacolata, Cavaliere dell’Immacolata.

 
Una domanda l’assilla: «Che cosa è l’Immacolata? Chi sei, o Immacolata?». E, pur limitata per la profondità del mistero, intravede una risposta nella definizione che Aquero dà di sé a Lourdes il 25 marzo 1858: «Que soy era Immaculada Councepciou» (“Io sono l’Immacolata Concezione”). Ecco come le commenta in una lettera scritta a Nagasaki il 28 febbraio 1933: «L’Immacolata a Lourdes, nella sua apparizione, non dice: “Io sono stata concepita immacolatamente”, ma: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Con ciò Ella determina non solo il fatto dell’Immacolata Concezione, ma anche il modo con il quale questo privilegio Le appartiene. Perciò, non è qualcosa di accidentale, ma fa parte della sua stessa natura».

 
Questi concetti ritornano frequentemente negli scritti di s. Massimiliano. Con la mente rivà a Massabielle, dove era stato in pellegrinaggio il 30 gennaio 1930. Rivede quella grotta in cui «si riconosce l’azione dell’Immacolata» e sente risuonare nell’intimo le parole di Aquero. Quelle parole, su cui riflette anche il 17 febbraio 1941 a poche ore dall’arresto. Prima che la Gestapo lo porti al “Pawiak” di Varsavia, il martire conventuale detta quello che può essere definito il suo testamento spirituale. Eccone alcuni passaggi significativi, strettamente correlati all’assunto che lo Spirito Santo è la “Immacolata Concezione Increata”: «A Lourdes, poi, l’Immacolata non si è autodefinita: “Concepita senza peccato”, ma come racconta la stessa santa Bernardetta: […] Io sono l’Immacolata Concezione.Se fra le creature una sposa riceve il nome dello sposo, per il fatto che appartiene a lui, si unisce a lui, si rende simile a lui e, in unione con lui, diviene fattore creativo di vita, quanto più il nome dello Spirito Santo, “Immacolata Concezione”, è il nome di Colei nella quale Egli vive di un amore che è fecondo in tutta l’economia soprannaturale».

FRANCESCO LEPORE

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