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DOMENICA DI PASQUA,  SAN FRANCESCO E IL SENSO AUTENTICO DELLA BELLEZZA

Edoardo Scognamiglio
Pubblicato il 13-04-2017

La Pasqua, per Francesco, è partecipare della bellezza del Signore Gesù, Crocifisso-Risorto, che più non muore ma che continua a donarci la sua vita nell’Eucaristia e a custodire i nostri cuori nella pace e nella riconciliazione.

La Pasqua è, per Francesco, l’occasione per cantare la vittoria del Signore sulla morte attraverso il dono della vita. Nell’Ufficio della Passione, Francesco dedica un salmo intero a questa celebrazione della vittoria del Signore. Il Poverello invita noi tutti a cantare il canto nuovo dell’Agnello immolato e risorto. La Pasqua è, per Francesco, il giorno della Parusìa, ossia della manifestazione gloriosa del Signore risorto e della sua splendida bellezza.

San Francesco, come Gesù, essendo l’alter Christus, seduce gli uomini e le donne d’ogni tempo. Il suo ascendente, ancora oggi, non è quello del mercante convertito, del penitente o del povero che soffre, né del mistico stigmatizzato. C’era una preoccupazione inquieta, nonché una freschezza e una spontaneità incomparabile, nelle parole di fra Masseo che, incontrando il Poverello, gli chiese: «Perché a te, perché a te, perché a te? Santo Francesco risponde: “Che è quello che tu vuoi dire?”. Disse frate Masseo: “Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti e d’udirti e d’ubbidirti? Tu non se’ bello uomo del corpo, tu non se’ di grande scienza, tu non se’ nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?”»[1].

Francesco ci spiega il senso autentico della Bellezza – ossia della Pasqua –, quella che salverà il mondo. Non è bello ciò che piace, né tale è la forma perfetta o la simmetria tra le parti. È bello ciò che riconcilia, ciò che dona pace. La Pasqua, infatti, è l’inizio di un mondo nuovo, riconciliato, reso più fraterno. Francesco era bello, ed è bello, perché è un uomo riconciliato, è una creatura pacificata che pacifica. D’altronde il Cristo risorto è colui che per la prima volta chiama i discepoli “fratelli” e dona loro la “pace” e lo “Spirito”, Il canone della Bellezza non è estetico ma soteriologico: è bello ciò che ci salva, ciò che mi dona la vita per sempre. E, per Francesco, il volto del Crocifisso-Risorto è l’unico sguardo più bello che egli abbia mai incontrato. La Bellezza da lui cantata è la forma dell’Amore-crocifisso. La Pasqua, per Francesco, è partecipare della bellezza del Signore Gesù, Crocifisso-Risorto, che più non muore ma che continua a donarci la sua vita nell’Eucaristia e a custodire i nostri cuori nella pace e nella riconciliazione.

Auguriamoci, per questo tempo di Pasqua, di diventare tutti più belli, splendenti nel volto, perché segnati sulla fronte e nel cuore dal sangue dell’Agnello, il Crocifisso-Risorto. A Pasqua nasce la nuova fraternità, nasce la Chiesa, fatta di persone che si sentono amate e riconciliate con Dio e tra di loro per mezzo di Gesù Cristo, il Vivente.


[1]ivi 10: FF 1838.

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