fede

Al mondo per portare la pace, la storia vocazionale di fra Nicolas

Redazione online
Pubblicato il 09-05-2017

A causa delle tante guerre che ci sono state in Libano, tutti hanno perduto qualcosa o qualcuno: genitori o amici o casa o lavoro… Molti sono diventati poveri

Mi chiamo Nicolas Abou Anny, ho 26 anni, sono un frate Minore Conventuale, vengo dal Libano, dalla Custodia d’Oriente e Terra Santa.

Sono nato in una famiglia cristiana in un ambiente difficile, non ho avuto tanto, ma ho sempre desiderato diventare un uomo che realizza il sogno della sua vita. Ho vissuto in una scuola tedesca e ho trascorso la mia fanciullezza lontano dalla mia famiglia e dalla mia casa. Mi è mancato l’amore e la pace, questa mancanza ha creato in me una relazione fortissima con il Crocifisso. Ho legato i miei dolori ai dolori di Gesù sulla croce e questo legame mi ha aiutato a capire che solo Gesù sta vicino a me e si occupa di me. Quando ho gridato a Lui nelle preghiere ho avvertito la sua risposta nella voce Vangelo. Da qui ho attinto la serenità per andare avanti nonostante tutto e ho trovato gli strumenti per crescere nel suo amore.


“Porta la mia pace nel mondo”: queste parole sono risuonate dentro di me quando, all’età di 12 anni, io facevo la mia preghiera prima di andare a dormire.

Da grande, ho scoperto di aver costantemente bisogno di una medicina per crescere normalmente. A questa sofferenza si sono aggiunte le difficoltà della mia famiglia. Non poteva sostenermi negli studi universitari né garantire la mia serenità. Alle difficoltà economiche si sono sempre associate le difficoltà relazionali intrafamiliari. Ho sopportato e accolto tutti questi dolori che non hanno fatto altro che avvicinarmi di più a Cristo Gesù Crocifisso e ai suoi dolori. In questi momenti di sofferenza ho imparato l’importanza della preghiera ma anche la sua efficacia. La disperazione e il dolore, attraverso la preghiera, si sono trasformati sempre più in pace e serenità. Mai mi sono sentito solo e abbandonato.


Nel tempo opportuno Gesù si è reso presente attraverso i frati Minori Conventuali e qualche componente dell’Ordine Francescano Secolare. I francescani hanno aiutato me e la mia famiglia specialmente per affrontare i miei problemi di salute e gli studi. Attraverso il loro aiuto sono diventato un uomo che può realizzare i suoi sogni. Ho portato a termine i miei studi in biologia e allo stesso tempo ho lavorato. Finalmente potevo soddisfare quelli che potevano sembrare grandi desideri ma che erano bisogni che un tempo nemmeno potevo considerare. Ho avuto anche la possibilità di avere successo e stabilità lavorativa, cosa che mi ha permesso di aiutare in modo sostanzioso anche la mia famiglia. Sono arrivato ad essere un marketing manager. Ora non mi mancava nulla, avevo anche tanti amici, e ho continuato a fare questa vita per quattro anni, ma qualcosa era cambiato. Non soffrivo come prima né pregavo come prima.


Un giorno ho colto l’invito alle preghiere del Giovedì santo nel convento di Zahlè nella chiesa di san Francesco. Durante le celebrazioni ho trovato ciò che mi mancava, anzi, ciò che avevo perduto! Una pace indicibile, una gioia smisurata hanno riempito il mio cuore, soprattutto quando mi hanno invitano a servire i poveri con alcune famiglie che già lo facevano e che collaboravano coi frati: avevo bisogno di stare con Gesù Crocifisso, era lui la mia salvezza, era Lui che colmava il mio vuoto. Mi sentivo libero a tal punto da lasciare ogni cosa e seguire colui che mi ha salvato. A Lui ho chiesto cosa fare della mia vita, solo Lui poteva donarmi la sapienza necessaria per capire quale strada percorrere verso una vita buona, degna di essere vissuta. È bene lasciare tutto per seguire Gesù? o continuare la mia la carriera lavorativa e scolastica e formare una famiglia tutta mia? A queste domande potevo finalmente dare una risposta lucida e serena.


Alla mia domanda di cosa dovessi fare della mia vita solo una risposta mi veniva in mente: “porta la mia pace nel mondo”. Questa frase ha illuminato la mia mente e il mio cuore e riuscivo a vedere tutti e tutto con una luce differente. “Porta la mia pace nel mondo”, questo mi chiedeva Dio. Non era di fatto una richiesta nuova, ma già tanto tempo prima, all’età di 12 anni avevo ricevuto la stessa richiesta. A questo mi chiamava Dio: questa era ed è la mia vocazione!

Appena ho saputo che potevo anch’io essere frate ho parlato con il responsabile fra Cesare che ha accettato la mia richiesta con un grande sorriso. In quel momento ho pensato di aver fatto la scelta più veloce della mia vita. Lo studio e la carriera lavorativa non rientravano più nei miei desideri. Erano cambiati anche quelli!


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