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Prima di morire vorrei...

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Ci sono 400 lavagne molto particolari in giro per il mondo. Sono in oltre 60 paesi e raccolgono scritte di persone che parlano più di 25 lingue diverse. Sono negli Stati Uniti, dove è nata la prima a New Orleans nel 2011, ma sono anche in in Irak, in Giappone, in Portogallo, in Sud Africa.
Le chiamano le lavagne del desiderio, perché chiunque passa davanti può prendere un gesso e scrivere che cosa desidererebbe fare prima di morire. Anonimamente.

«Dar da mangiare a un elefante», «scrivere un libro», «far crescere mio figlio», «essere libero», «danzare», «salvare la mia anima», «andare in terre lontane, «avere coraggio», «rivedere i miei familiari»...
Sono alcune delle migliaia e migliaia di frasi marcate con gessetti colorati su mega lavagne, muri abbandonati o su vecchie saracinesche. Il risultato? Una miniera di pensieri umani in continua crescita. Un'enorme installazione con risposte sul senso della vita. Una confessione pubblica di desideri privati che diventa street art.

La prima a scrivere Before I die I want to....(prima di morire vorrei...) è stata Candy Chang, un'artista nata a Taiwan ma vissuta negli Stati Uniti, architetto trentenne con un master alla Columbia University. Dopo aver perso una persona che amava, lo scrisse sul muro di una casa abbandonata dopo l'uragano Katrina nel suo quartiere di New Orleans. E aspettò che qualcun altro scrivesse il suo desiderio. Racconta: «All'inizio i passanti erano imbarazzati e titubanti. Alcuni pensavano ci fosse una sorta di candi camera. Ma il giorno dopo quel muro era già pieno».

«Pensare alla morte chiarisce la tua vita», è il messaggio che Candy Chang ha lanciato con Before I Die..., definito dal giornale statunitense The Atlantic «uno dei più grandi progetti comunitari mai creati». Il progetto - che ha avuto una sua "tappa" anche in Italia, a Trastevere, a Roma nel maggio 2013 - oggi è diventato a un libro. (focus.it)

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