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Ungheria: ancora caos alla stazione, i treni non partono. Altri tremila migranti entrati in 24 ore

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Caos a Budapest. Centinaia di persone hanno trascorso la notte accampate davanti alla stazione ferroviaria Keleti nella capitale, e continuano a non potervi accedere dopo lo sgombero di ieri da parte delle autorità. Altre centinaia di migranti sono inoltre giunti alla stazione stamattina perché vorrebbero proseguire il viaggio verso l'Europa occidentale ma la polizia, che ha rafforzato la sua presenza sul posto, non li lascia entrare. Fuori dalla fermata della metro della stazione si è formato un vero e proprio accampamento, con centinaia di persone che ricevono aiuti dai volontari di Migration Aid, organizzazione sorta su Facebook per dare assistenza.

Ieri sono entrati in Ungheria 2.284 migranti, fra cui 353 minorenni. Sono circa 500 in più rispetto all'altro ieri e si tratta in gran parte di persone provenienti da Siria, Afghanistan e Pakistan. Sempre nelle ultime 24 ore in Ungheria sono stati arrestati sei trafficanti di esseri umani. L'emergenza resta alta, così come le difficoltà di identificazione dei migranti: Germania e Austria accoglieranno solo i rifugiati siriani, gli unici autorizzati a partire e salire sui treni ungheresi.

Per oggi pomeriggio Migration Aid ha indetto una manifestazione contro le annunciate riforme del governo conservatore di Viktor Orban, che ha proposto di inasprire le pene per l'attraversamento illegale delle frontiere e di mobilitare l'esercito in difesa della frontiera. Anche il muro di filo spinato, però, non sortisce l'effetto sperato dal premier. Dopo che lunedì era stato permesso a quasi mille rifugiati siriani, di salire sui treni in partenza dalla stazione di Budapest per l'Austria e la Germania che li accoglieranno, ieri le autorità ungheresi hanno bloccato l'accesso alla stazione, sostenendo di voler registrare tutti i profughi e di voler rimandare indietro, dai Paesi dai quali sono entrati, i cosiddetti migranti economici. E stamattina, sventolando i loro biglietti pagati regolarmente, loro hanno ripreso a protestare, nella speranza che l'Ungheria permetta loro di partire.

Continua l'emergenza umanitaria sul fronte orientale e nelle acque del Mediterraneo. Almeno 11 rifugiati siriani, tra cui tre bambini, sono morti annegati all'alba mentre cercavano di raggiungere le coste dell'isola greca di Kos a bordo di due imbarcazioni partite dalla Turchia. Lo riferisce il quotidiano turco Huerriyet, spiegando che una prima imbarcazione con a bordo 16 rifugiati siriani era partita da Aspat, vicino a Bodrum, nel sud-ovest: sette persone non ce l'hanno fatta a mettersi in salvo dopo il naufragio mentre quattro sono stati recuperati e altri cinque sono dispersi. La seconda imbarcazione era invece partita da Aloha, sempre vicino a Bodrum, con sei persone a bordo, quattro delle quali, una donna e tre bambini, sono morti nel naufragio.

Altre 4.300 persone sono sbarcate tra la notte scorsa e questa mattina al porto ateniese del Pireo, trasportati dall'isola di Lesbo dalle autorità greche. Lo ha riferito la polizia portuale lanciando un appello all'Unione Europea per affrontare una crisi migratoria senza precedenti. I migranti sono stati trasportati ad una stazione vicina in attesa di poter continuare il loro viaggio verso il nord Europa, attraverso la rotta dei Balcani. Le autorità greche hanno organizzato il trasferimento a bordo di due imbarcazioni noleggiate appositamente per "alleviare" l'isola dell'Egeo orientale, diventata negli ultimi mesi una delle principali porte d'accesso all'Europa per i rifugiati e i migranti provenienti dalla vicina Turchia. Il governo greco continua tuttavia a sottolineare che non è in grado di far fronte all'enorme afflusso migratorio e chiede una risposta europea coordinata e più risorse.

Oltre 300mila persone hanno attraversato il Mediterraneo per cercare di raggiungere l'Europa in soli otto mesi, secondo i dati Unhcr. La settimana scorsa sono morti 51 migranti in un naufragio a largo delle coste libiche, 71 sono morti asfissiati dentro un tir, in Austria, e questa mattina si aggiungono altri cadaveri alle oltre 2.500 vittime dall'inizio del 2015. (Repubblica.it)

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