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Migranti, la Chiesa americana si ribella a Trump

Redazione online Ansa - SHAWN THEW
Pubblicato il 30-11--0001

Preoccupazione, critiche e l’accusa di abbandonare i valori cristiani e americani. Il mondo cattolico Usa reagisce così alla decisione del presidente Donald Trump di vietare l’ingresso negli Stati Uniti per quanti arrivano da 7 paesi a maggioranza islamica: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. La stretta sull’immigrazione è stata giudicata incostituzionale dai procuratori generali di 15 stati mentre dilagano nel mondo e in Usa le proteste.


La chiesa americana si è fatta sentire con il cardinale arcivescovo di Chicago, Blaise Cupich, che ha lanciato un monito al neo presidente: «Il mondo ci guarda mentre abbandoniamo il nostro impegno verso i valori americani», ha detto Cupich che papa Francesco ha insediato nel settembre 2014 a capo della terza diocesi cattolica degli Stati Uniti. «Questo fine settimana è stata un'ora buia nella storia dell'America», ha detto l'alto prelato definendo «contrario ai valori cattolici e a quelli americani» l'ordine di Trump. Stigmatizzando l'eccezione fatta da Trump per cristiani e altre minoranze del Medioriente, Cupich ha segnalato la bizzarria sul fatto che il bando non include i paesi di origine di 15 dirottatori dell'11 settembre ma prende di mira gli iracheni, «perfino quanti hanno assistito le nostre forze armate in una guerra distruttiva».



In un'intervista al Christian Broadcasting Network in onda lo scorso fine settimana, Trump ha spiegato che bisogna dare priorità ai cristiani tra i rifugiati siriani in Usa rispetto a persone di altre fedi, compresi i musulmani. Ma molti leader cristiani, tra cui cattolici, hanno respinto l'idea che ai cristiani che subiscono persecuzioni dovrebbe essere data la priorità rispetto ad altri perseguitati per la loro fede, come ad esempio i musulmani che soffrono per la violenza di altri musulmani. «Ci è stato detto questo non è un “divieto anti islamico” che era stato proposto durante la campagna presidenziale, ma queste azioni sono per i Paesi a maggioranza musulmana», ha detto il cardinale Cupich. «Si fa eccezione per i cristiani e le minoranze non musulmane, ma non per i musulmani profughi in fuga per salvare la propria vita. Il mondo sta guardando come abbandoniamo i nostri impegni a valori americani», ha continuato.



Durante il fine settimana, migliaia di persone hanno protestato negli aeroporti di tutto il paese, chiedendo a Trump di fare marcia indietro. Una folla radunata davanti l'aeroporto internazionale O'Hare di Chicago, racconta Michael O'Loughlin su America, la rivista dei Gesuiti, sabato sera cantava "Lasciateli qui" inscenando uno spettacolo di sostegno alle persone colpite dal provvedimento di Trump.

Citando le parole di Gesù che diceva "Ero forestiero e mi avete ospitato" , Caitlin Fitz ha detto che stava protestando per difendere i diritti di coloro che vengono arrestati: «Sono disgustata», ha detto ad America. «Credo che Gesù non avrebbe sostenuto questo tipo di divieto. La Bibbia pparla chiaro».



Le preoccupazioni su come il divieto potrebbe influenzare gli studenti internazionali hanno portato il presidente della University of Notre Dame, il reverendo John Jenkins, a rilasciare una dichiarazione domenica definendo l'ordine di Trump «generico, indiscriminato e brusco. Diminuisce gli sforzi educativi e di ricerca delle università americane, che sono stati la fonte della cultura ma anche dell’innovazione economica per gli Stati Uniti e la comprensione internazionale per il nostro mondo»... (Antonio Sanfrancesco - Famiglia Cristiana)

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