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Libia, assalto Isis all’hotel dei diplomatici: otto morti, presi ostaggi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Terrore martedì mattina a Tripoli: è stato sferrato un attacco terroristico, per mano di un commando dell’Isis, contro il più lussuoso albergo della capitale libica, il Corinthia hotel. Un’autobomba è esplosa nel parcheggio, uccidendo tre guardie di sicurezza libiche. Subito dopo un commando armato, formato da almeno cinque uomini, si è asserragliato nell’edificio con diversi ostaggi. Il commando è entrato sparando e si è arroccato al 26esimo piano con alcuni ostaggi, sembra di nazionalità filippina, che sono stati successivamente liberati. «C’è stata una sparatoria tra assalitori e forze dell’ordine», ha detto a Reuters Essam Naas, portavoce delle forze di sicurezza di Tripoli. Cinque stranieri (tra cui due donne) sono morti in aggiunta alle tre guardie libiche. «Uno dei terroristi è stato catturato», ha detto Essam Naas, portavoce delle forze di sicurezza che hanno circondato la struttura. Gli altri quattro terroristi si sono fatti esplodere, dopo essersi resi conto di non avere più scampo. Sembra che un quarto uomo, di nazionalità libica,preso in ostaggio dai terroristi, sia morto durante l’assalto.

La rivendicazione

L’attacco, scrive il libanese Daily Star, è stato rivendicato dalla «filiale» locale di Isis, il cosiddetto «Califfato di Derna». L’attentato è avvenuto mentre sono in corso a Ginevra colloqui di pace sotto l’egida dell’Onu tra delegazioni del governo internazionalmente riconosciuto del premier Abdullah al Thani e rappresentanti di parte delle forze islamiste che controllano la Tripolitania e minacciano la Cirenaica. Un tweet diffuso da un gruppo affiliato all’Isis dice che l’attacco aveva come obiettivo «diplomatici stranieri». L’attacco sarebbe una vendetta per la morte in carcere negli Usa il 2 gennaio scorso di Abu Anas al-Libi. Si tratta dell’organizzatore degli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998, in cui vennero uccise 200 persone, il primo attacco attribuito ad al Qaeda. Lo hanno rivendicato gli stessi seguaci locali del califfo Abu Bakr al baghdadi. Al-Libi è morto di cancro.


Italiani scampati all’attacco

L’Hotel Corinthia, a Tripoli, bersaglio di un gruppo armato da stamane, ospita anche cittadini italiani, che sarebbero comunque scampati all’attacco. L’hotel ospita anche cittadini europei e turchi, oltre al premier del governo parallelo libico autoproclamatosi a Tripoli, Omar al Hassi, neanche lui presente stamane. La Farnesina e i servizi di intelligence «stanno monitorando in queste ore le condizioni di sicurezza a Tripoli», ha poi assicurato il ministro degli Esteri Gentiloni, a proposito dell’ambasciata italiana nella capitale libica. «Teniamo costantemente la situazione sotto controllo», ha aggiunto. «L’attentato all’hotel di Tripoli è un tentativo di boicottare, danneggiare e influenzare negativamente gli sforzi in corso a Ginevra per riconciliare le parti in conflitto in Libia».


Mogherini: «Atto gravissimo»

L’attacco al Corinthia Hotel di Tripoli «è un altro riprovevole atto di terrorismo che assesta un colpo agli sforzi per portare la pace e la stabilità in Libia». Lo ha affermato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. «L’Unione europea esprime solidarietà alle vittime e alle loro famiglie» e «sostiene fermamente gli sforzi dei colloqui in corso guidati dall’Onu per portare una soluzione politica basata sul rispetto e sul dialogo», ha aggiunto Mogherini in un comunicato. «Non dovremmo permettere a questi attacchi di minare il processo politico», ha concluso il capo della diplomazia europea.


Paese diviso

La Libia è da mesi al centro di un conflitto che coinvolge due governi rivali, uno riconosciuto dalla comunità internazionale nell’Est del Paese e un altro stabilitosi a Tripoli dopo che la fazione armata “Alba libica” ha preso il controllo della capitale. La maggior parte dei governi ha chiuso le rispettive ambasciate e richiamato gli staff da Tripoli dopo che la scorsa estate sono esplosi gli scontri. (Corriere)

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