esteri

La cooperazione europea si incontra a Malta

Redazione online Avvenire
Pubblicato il 28-04-2017

Angelo Chiarozzo (Agci): «Proponiamo un modello di lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale»

Doppio appuntamento a Malta per il mondo della cooperazione europea. In occasione del presidenza maltese del Consiglio Europeo, che terminerà a giugno 2017, le due maggiori organizzazioni di rappresentanza delle cooperative a livello europeo hanno deciso di organizzare le rispettive assemblee generali nell'isola del Mediterraneo. Cecop (la Confederazione europea delle cooperative di lavoro e di servizi), che rappresenta 50mila imprese di 15 Paesi che danno lavoro a 1,3 milioni di persone, ha organizzato l'incontro per le giornate del 25 e 26 aprile. Il 27 e 28 aprile, poi, è la volta dell'assemblea generale di Cooperatives Europe. L'evento di quest'anno, dal titolo Dai bisogni alle azioni concrete: soluzioni per le sfide dei membri, è l'occasione per informare le imprese cooperative e le organizzazioni di tutta Europa per discutere, scambiare e sviluppare nuove modalità per promuovere il modello di impresa cooperativa nel Vecchio Continente.

Due eventi sull’isola del Mediterraneo che stanno confermando come, mentre l’Unione Europea è scossa da venti di divisione e tutto il processo sembra messo in discussione, il movimento cooperativo stia continuando a spingere per la coesione e l’unificazione attraverso il lavoro.

«Le cooperative, che rappresentano il 9% di tutte le persone occupate nel mondo - spiega Carlo Scarzanella, vicepresidente di Agci, che fa parte della delegazione di Alleanza delle Cooperative Italiane all’assemblea di Malta - sono la plastica rappresentazione di come solidarietà, mutualità, lavoro, educazione, inclusione, sostenibilità, sono patrimonio comune di tutti i cittadini europei».

«Quanto sta emergendo in questi giorni - aggiunge Angelo Chiorazzo, rappresentante di Agci in Cecop - è perfettamente in linea con l’insegnamento di Papa Francesco sul ruolo fondamentale del lavoro e con quello che hanno chiesto i vescovi italiani: un lavoro “libero, creativo, partecipativo e solidale”, senza del quale viene meno la tenuta etica e sociale dell’Italia e dell’Europa. Questo è proprio l’identikit della forma cooperativa».

Ma c’è un altro pilastro sul quale continuare a costruire la casa comune europea e che sta emergendo negli interventi sia dell’Assemblea generale di Cooperatives Europe (organizzazione che rappresenta 176 mila cooperative e 4,7 milioni di lavoratori in Europa) sia nell’Assemblea di Cecop: l’istruzione. Per questo nel programma del workshop interno all’Assemblea generale di Cecop (dedicato ad analizzare come stanno evolvendo le forme di lavoro per le cooperative in Europa) è stato inserito l’intervento di Madigata Sira, maliano, arrivato in Italia come richiedente asilo tre anni fa, accolto nel Cara Auxilium di Castelnuovo di Porto e oggi lavoratore della cooperativa. Sira, parlando dell’importanza del lavoro per i rifugiati, senza del quale ogni percorso di integrazione è destinato a interrompersi, ha detto che grazie a Auxilium ha potuto studiare, cosa che continua a fare perché «lo studio ci rende liberi ogni giorno».

Studio e lavoro, un binomio particolarmente apprezzato dal rappresentate del ministero dell’Educazione maltese, il quale ha anche sottolineato come il sistema educativo di Malta si ispiri al modello di don Lorenzo Milani. E così ha concluso il suo intervento Sira: «Se ci fossero più cooperative e più cooperatori avremmo un mondo più giusto». (Maurizio Carucci - Avvenire)

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