Iraq, raid Usa contro l'Is a sud-ovest di Bagdad.
Si alza di livello il conflitto con lo Stato islamico in Medio Oriente, sia in Siria che in Iraq. Nella notte gli aerei statunitensi sono entrati in azione a sud-ovest di Bagdad e a Sinjar, a sostegno delle forze irachene che avevano chiesto assistenza. Colpita una postazione dei miliziani islamisti. Finora gli attacchi statunitensi avevano avuto lo scopo di proteggere gli interessi e il personale Usa, di aiutare gli sfollati e di garantire la sicurezza delle infrastrutture. Il Pentagono ribadisce: colpiremo l'Is anche in Siria. E il capo delle forze armate americane non esclude un maggior coinvolgimento dei "consiglieri militari" inviati in Iraq sul campo.
Is abbatte aereo militare di Damasco. E' la prima volta che gli aerei americani intervengono direttamente per appoggiare le truppe di Bagdad, in attuazione della nuova strategia autorizzata la settimana scorsa dal presidente Barack Obama, che prevede l'intensificarsi delle azioni e anche raid in Siria. Ed è la prima volta che intervengono così vicino alla capitale irachena. La novità giunge poche ore dopo la conferenza di Parigi che ha sancito un patto tra Occidente e diversi Paesi arabi nella lotta allo Stato islamico.
Sul fronte siriano invece i miliziani jihadisti hanno segnato un punto a loro favore e hanno abbattuto un caccia-bombardiere del regime di Damasco sui cieli di Raqqa, loro roccaforte in Siria. La notizia è stata riportata dall'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Si tratta del primo aereo da guerra abbattuto da quando il regime ha iniziato i raid aerei contro l'Is a luglio, dopo la proclamazione del Califfato, lo scorso 29 giugno. L'aereo è caduto su una casa provocando la morte di diversi membri di una famiglia.
La città di Raqqa, nella valle dell'Eufrate, è la sola regione siriana completamente non controllata da Damasco. E sarebbe proprio Raqqa il luogo dove si rifugia il "Califfo" Abu Bakr al-Baghdadi, secondo quanto riferito dal quotidiano in arabo stampato a Londra al Sharq al Awsat. Gli sforzi dello Stato islamico per raggiungere un tregua con le altre milizie dell'opposizione siriana sarebbero mirati a proteggere al-Baghdadi, in vista dei possibili raid Usa in Siria.
Il capo del Penatagono, Chuck Hagel, in audizione al Senato americano, ha chiarito che finora i raid Usa sulle postazioni Isis in Iraq sono stati già più di 160 e ha spiegato come i bombardamenti siano serviti a indebolire le forze degli estremisti e a dare più tempo al governo di Bagdad per costruire una coalizione più ampia. Inoltre ha ribadito quanto affermato da Obama nei giorni scorsi: raid aerei sui "santuari" dell'Isis saranno effettuati anche in Siria, senza alcuna collaborazione con il regime di Damasco.
Martin Dempsey, Capo delle forze armate Usa, ha annunciato in Senato che gli Stati Uniti, se necessario, sono pronti ad "estendere il ruolo dei consiglieri militari inviati in Iraq", una dichiarazione che sembra aprire le porte a un possibile coinvolgimento di truppe sul campo.
Al Qaeda si spacca, una parte appoggia l'Is. L'Is continua a fare proseliti in tutta la galassia fondamentalista islamica: oggi al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi) e quella nella Penisola Arabica (Aqap) hanno annunciato di unirsi agli jiahdisti sunniti dell'Is contro la minaccia comune della coalizione a guida Usa. In una dichiarazione congiunta senza precedenti Aqap e Aqmi hanno esortato i loro "fratelli" in Iraq e Siria "a smetterla di uccidersi tra di loro e ad unire le forze contro la campagna americana e la sua maligna coalizione".
Si tratta di una rottura clamorosa dato che l'erede di Osama Bin Laden, Ayman al Zawahiri, è sempre stato ostile allo Stato islamico.
L'Onu detta le regole per i raid: "Attenzione ai civili". I nuovi raid americani dovranno rispettare le leggi internazionali sulla guerra. A lanciare il monito sono gli investigatori della Commissione di inchiesta dell'Onu sui crimini di guerra che sottolineano come i bombardamenti dovranno evitare vittime civili e essere proporzionali nella forza.
Turchia pronta a 'stringere' sulle frontiere. Le forze armate turche stanno lavorando ad un piano per l'imposizione di una zona cuscinetto ai confini con la Siria e l'Iraq per sigillare le frontiere alla minaccia rappresentata dagli jiahdisti sunniti dello Stato Islamico (Isis). Lo ha annunciato il presidente Recep Tayyip Erdogan. Erdogan ha chiarito che si tratta di essere pronti "quando deciderò che sarà necessario" adottare la misura, per rispondere alle critiche di quanti accusano Ankara di aver lasciato aperte le frontiere alle migliaia di combattenti che dall'estero sono entrati prima in Siria e poi In iraq per unirsi a Isis.(Repubblica)
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