Grecia verso il default, offerta last minute
Oggi, martedì 30 giugno, è il giorno in cui la Grecia potrebbe entrare in default: scade infatti la rata del prestito da 1,6 miliardi che il Paese ellenico deve rimborsare al Fondo Monetario Internazionale. L’esecutivo ha già fatto sapere di non essere intenzionato a pagare e dovrebbe quindi essere da oggi tecnicamente in crac.
Tsipras considera l’offerta europea
Intanto fonti europee ed elleniche, citate dal quotidiano greco Kathimerini online, hanno fatto sapere che il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha fatto un’offerta dell’ultimo minuto ad Atene per arrivare ad un accordo entro la mezzanotte di oggi, quando scade il piano di aiuti. Alexis Tsipras avrebbe inizialmente rifiutato la mano tesa, ma poi - spinto da alcuni ministri, secondo quanto riferisce il quotidiano greco Kathimerini - avrebbe deciso di ripensarci. Anzi, di gestire una contromossa con integrazioni al piano europeo, il suo “piano B”.
Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha comunque ribadito che la Grecia non pagherà il suo debito con il Fondo monetario internazionale ma che il governo spera ancora in un accordo dell’ultimo minuto con i creditori internazionali.
Merkel: «Non taglieremo fili del dialogo»
«Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l’Unione europea», ha detto la cancelliera Angela Merkel, in una conferenza stampa a Berlino. «La porta resta aperta, ma questa è l’unica cosa che posso dire al momento. L’attuale programma degli aiuti finanziari scade a mezzanotte», ha spiegato la cancelliera tedesca. «È troppo tardi per un prolungamento del programma», dicono intanto fonti del governo tedesco all’Ansa, sottolineando che a questo punto «non sarebbe fattibile» da un punto di vista procedurale nelle poche ore di tempo a disposizione. Questa era una delle richieste del governo greco all’Europa.
Angela Merkel si era mostrata dura con Atene negli ultimi giorni. Mario Draghi invece di fatto sosteneva il sistema bancario ellenico e la stessa Grecia.
La nuova proposta di Juncker: cosa prevede
L’offerta di Juncker prevederebbe in particolare l’Iva al 13% per gli alberghi e le strutture turistiche - tetto previsto nella proposta greca poi respinta dalla ex Troika, che chiedeva il 23%. Sempre se l’offerta fosse accettata, riferisce il giornale, i ministri delle finanze dell’eurozona potrebbero fare una dichiarazione per la quale un impegno già preso nel 2012, in cui si prendeva in considerazione una dilazione nel pagamento delle scadenze del debito, abbassamento dei tassi di interesse ed estensione di una moratoria sui pagamenti verso la zona euro, sarebbe applicato dal prossimo ottobre.
In realtà se Tsipras volesse accettare, dovrebbe farlo per iscritto entro oggi, in tempo per convocare un Eurogruppo d’emergenza per approvare l’intesa, e dovrebbe impegnarsi a fare campagna per il “Sì” nel referendum, mentre sabato notte di fronte al Parlamento greco convocato in seduta straordinaria per il via libera alla consultazione aveva pubblicamente auspicato una vittoria dei no.
Dopo il default tecnico
Cosa succederà nell’immediato dopo la data di oggi? Per il momento l’istituto di Washington si limiterà a mettere Atene in mora e l’insolvenza vera e propria dovrebbe scattare tra un mese.
Gli occhi di tutti sono però puntati sulla data del 5 luglio, quando si svolgerà il referendum sulle proposte avanzate dai creditori per riprendere gli aiuti economici. La consultazione convocata a sorpresa dal primo ministro Alexis Tsipras potrebbe tramutarsi in una sorte di referendum sulla Grecia in Europa e la vittoria del «no» potrebbe segnare una “Grexit” (uscita del Paese dalla zona euro), le cui dinamiche e conseguenze sono difficili da prevedere.
Intanato il Consiglio dei Governatori Ue deciderà se mantenere aperto il rubinetto del meccanismo di liquidità di emergenza Ela almeno fino a venerdì. Appare infatti probabile che l’Eurosistema non stacchi l’ossigeno, anche se le trattative tra Ue e Grecia sono fallite, almeno fino alla consultazione del 5 luglio, quando i greci sceglieranno se restare o meno nell’Eurozona.
Le Borse ancora in calo
Le Borse europee sono partite in calo anche questa mattina appesantite dalla crisi greca. Alle 9,25 italiane il paneuropeo FTSEurofirst 300 cede l’1% a 1514,90 punti, dopo aver lasciato sul terreno il 2,8% nella sessione di ieri.
Dopo il tonfo della vigilia, che ha visto Milano perdere oltre il 5%, nella notte europea le Borse asiatiche hanno recuperato terreno. I mercati continentali, al contrario, hanno continuato a soffrire e dopo un avvio volatile sembrano aver imboccato una decisa strada al ribasso: a Milano il Ftse Mib perde lo 0,61% e il Ftse All Share lo 0,66%, quando le principali Piazze continentali fanno peggio con Parigi (-1,1%) e Francoforte (-1,10%)...(Silvia Turin - Corriere)
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