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Germania, attentato ad Ansbach. Isis rivendica l'attacco

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Aveva giurato fedeltà al califfato

L'Isis ha rivendicato l'attentato di Ansbach in Germania in cui un uomo si è fatto esplodere ferendo 15 persone di cui 4 in modo grave.

"Una fonte di sicurezza ci ha confermato che l'autore dell'operazione martirio nella città di Ansbach in Germania è uno dei soldati dello Stati Islamico", lo scrive l'agenzia dello Stato islamico Aamaq aggiungendo che "ha condotto l'operazione rispondendo agli appelli colpire e paesi della coalizione che combattono lo stato islamico".

Le autorità tedesche hanno trovato un video in cui il siriano giura fedeltà al califfo dell'Isis al Baghdadi. Secondo la polizia locale in uno dei cellulari del siriano è stato trovato un video in cui l'uomo minaccia di fare un attacco come rivalsa nei confronti dei tedeschi perchè potrebbero distruggere l'islam. In una prima traduzione, l'uomo dice di agire in nome di Allah.

L'uomo, che secondo alcuni media si chiamerebbe Mohammed Delel, arrivava da Aleppo, in Siria, ed aveva ferite di guerra e necrosi sui piedi e sulle gambe. Non si sa se avesse una formazione militare, ma secondo la polizia tedesca "sapeva come uccidere da solo". Era stato dimesso da un ospedale in seguito ad una terapia elettroconvulsiva ed era sotto controllo per il suo stato psichico. Durante la sua permanenza ad Ansbach, l'uomo ha cambiato casa due volte.



L'attentatore aveva addosso parecchio denaro contante: secondo la polizia aveva un rotolo di banconote da 50 euro legate con un elastico. Gestiva inoltre sei profili facebook, almeno uno dei quali con dati personali falsi. Sui cellulari sono state trovate diverse conversazioni whatsApp, tutte al vaglio degli inquirenti.

Secondo la fonte investigativa citata da un quotidiano berlinese, il rifugiato siriano avrebbe effettuato diverse telefonate prima dell'esplosione all'ingresso del concerto. Aveva due telefoni cellulari, come spesso succede per i terroristi islamici che usano i telefonini per innescare le bombe a distanza. E dunque, secondo le stesse fonti, probabilmente il siriano non intendeva fare il kamikaze ma voleva innescare la bomba una volta depositata al concerto.

Un modus operandi che lascia, dunque, pensare ad un attacco islamista. Durante la perquisizione al centro di accoglienza per rifugiati dove viveva il siriano di Ansbach è stato trovato diverso materiale compatibile con la costruzione di bombe artigianali, come pezzi di ferro e batterie. Il rifugiato era arrivato per la prima volta in Germania il 3 luglio 2014. Era stato destinatario di un foglio di via.

RAFFORZATE LE MISURE DI SICUREZZA - "La polizia federale rafforzerà la propria presenza e visibilità in aeroporti e stazioni". Costituita una commissione speciale con oltre 30 investigatori che guiderà le indagini sull'attentato di Ansbach. Lo ha reso noto il presidio di polizia della Franconia centrale questa mattina. Le indagini sono partite dalla raccolta di elementi probanti sul luogo dell'esplosione e da una perquisizione nel luogo dove abitava il profugo siriano. La polizia ha chiesto ai cittadini presenti al concerto di inviare foto e filmati registrati durante la serata.

IL PROFILO DEL KAMIKAZE -  Si chiamerebbe Mohammed Delel il rifugiato siriano morto nell'esplosione ad Ansbach nel tentativo di fare una strage al festival musicale. Aveva presentato richiesta di asilo in Germania, che era stata respinta nel dicembre 2014 perché risultava una sua registrazione in Bulgaria e Austria. L'ingiunzione di espulsione in Bulgaria, dove gli era stata riconosciuta una tutela in quanto profugo, era stata sospesa perché il profugo aveva fatto ricorso e gli erano stati riscontrati problemi psichici. Il 13 luglio di quest'anno era stata notificata una nuova ingiunzione di espulsione': da allora aveva vissuto comunque in Germania, ad Ansbach. Qui aveva tentato il suicidio due volte ed era stato anche ricoverato in un ospedale psichiatrico. L'attentatore "ha un background islamico", ha detto il ministro dell'Interno della Baviera Joachim Herrmann, sostenendo che "non fosse completamente indipendente dalle idee radicali". Il rifugiato siriano aveva due telefoni cellulari, diverse schede Sim e un pc portatile in cui sono emersi da un primo esami video violenti con orientamento islamico e contenuti salafiti. Il più estremo era in arabo. Ansa

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