Esecuzione di massa in Indonesia. Ultime ore vita per 9 condannati
Ultime ore di vita in Indonesia per 9 condannati a morte per traffico di droga e che saranno uccisi, a dispetto del pressing internazionale per evitare la loro morte. Due australiani, una filippina, quattro africani, un brasiliano e un indonesiano potrebbero essere fucilati poco dopo mezzanotte ora locale (il pomeriggio in Italia). Nell’isola-prigione di Nusakambangan, sono già arrivate le ambulanze con le bare bianche vuote. A mezzanotte i prigionieri verranno portati in una radura tra gli alberi, mani e piedi legati. Davanti al plotone d’esecuzione potranno scegliere solo se essere bendati, stare in piedi, inginocchiarsi o sedere in attesa della scarica. I dodici boia mireranno al cuore: solo tre con pallottole vere.
Matrimonio in extremis
Tra scene strazianti e assaliti dai giornalisti, i familiari dei due australiani, Andrew Chan e Myuran Sukumaran, sono arrivati a Cilacap, la città portuale da cui si arriva a Nusakambangan dove hanno visitato per l’ultima volta i loro cari; e Chan lunedì ha sposato la sua fidanzata, suo ultimo desiderio. I condannati a morte in Indonesia possono chiedere un padre spirituale nelle loro ultime ore, ma secondo la stampa australiana le richieste di Chan e Sukumaran sono state respinte perché le autorità indonesiane hanno voluto scegliere loro chi potessero vedere.
Un plotone di 12 uomini
La procedura che porterà all’esecuzione è rigidamente scandita. I due saranno prelevati dalle celle nella prigione di massima sicurezza e portati nella giungla, sempre sull’isola di Nusakambangan, in una zona il cui nome suona più o meno «valle della morte»: indosseranno tute bianche (simbolo dell’oltretomba) e posti di fronte al plotone di esecuzione, potranno scegliere se avere gli occhi bendati, sedere, inginocchiarsi o rimanere in piedi. Poi ognuno avrà tre minuti di tempo per raccogliersi prima che un medico gli metta una croce nera sul petto. Il plotone sarà composto da dodici uomini, ma nove spareranno a salve e solo tre di loro avranno i fucili armati. Se i medici confermeranno che qualcuno dei condannati è ancora in vita sarà il comandante del plotone a sparare il colpo finale.
La campagna australiana e l’intervento di Hollande
L’Australia ha messo in campo una vigorosa campagna per salvare i due connazionali, che sono nel braccio della morte da quasi un decennio. Si sono mobilitate celebrità, tra cui il premio Oscar Geoffrey Rush (che in un video ha chiesto al premier Tony Abbbott di volare in Indonesia per un ultimo tentativo); e il ministro degli Esteri, Julie Bishop, ha chiesto lunedì una sospensione in attesa che si conoscesse l’esito di un’inchiesta per corruzione sui due giudici che hanno presieduto il caso. Ma il presidente Joko Widodo ha respinto la richiesta. La legislazione antidroga indonesiana è una delle più severe al mondo e il presidente Widodo, che ha fatto della lotta alla droga una battaglia personale, ritiene che l’emergenza è tale da richiedere la pena capitale per i condannati. Nel gruppo sull’orlo del patibolo c’era fino a sabato anche un francese, Serge Atlaoui, 51 anni, ma l’intervento all’ultimo minuto del presidente, Francois Hollande, che ha minacciato ritorsioni diplomatiche, è riuscito a sfilarlo dalla «black list». (Corriere)
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