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Boko Haram attacca chiese e moschee

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Terrore in Nigeria, dove in meno di 24 ore il gruppo terrorista “Boko Haram” ha sferrato una serie di attentati contro una chiesa nel Nord Est del Paese e contro una moschea e un ristorante nella città di Jos. Cinque le vittime tra i fedeli che ieri assistevano alla Messa domenicale, mentre il bilancio del doppio attentato di oggi è di almeno 44 morti. Su questa ennesima strage contro civili inermi, Alessandro Gisotti di Radio Vaticana ha raggiunto telefonicamente in Nigeria l’arcivescovo di Jos, mons. Ignatius Kaigama:

R. – Io dico sempre che questo gruppo ha perso la razionalità. La vita, infatti, per loro è niente; non gli importa nulla della loro vita: è inutile. Prendono, però, altre vite, questo è il problema. Vanno in chiesa, vanno al ristorante, vanno al mercato, vanno a scuola e mettono le bombe. Ciò significa che la loro filosofia di vita è irrazionale. Una persona normale non può fare questo. E’ una brutalità impensabile.



D. – Nella moschea di Jos, dove c’è stato l’attentato, l’imam aveva condannato Boko Haram. Tante volte anche lei, insieme ad esponenti musulmani della Nigeria, ha condannato queste violenze.

R. - Sì, siamo sempre uniti in questo. Una volta dicevano che Boko Haram fosse un gruppo promosso dai musulmani, ed io rispondevo sempre: “No, è un gruppo fanatico”. E noi, con i musulmani moderati, lavoriamo insieme per superare questa violenza. La settimana scorsa sono stato in moschea per salutare un nuovo imam e sono andato in segno di fratellanza. Siamo sempre uniti, quindi, nel lavorare contro la violenza. Abbiamo molto a cuore tutto questo.


D. – C’è bisogno, ovviamente, di più sicurezza, perché sembra che ogni luogo sia ormai purtroppo un bersaglio...

R. – Sì, ma quale sicurezza non saprei, perché ci sono i soldati, c’è la polizia e un po’ tutto intorno alla città. Queste persone, però, che mettono le bombe non sono distinguibili tra la gente, perché vanno in bicicletta e tengono le bombe nascoste. Non si può dire, dunque, ed è difficile sapere chi sia pericoloso e chi no. (Radio vaticana)

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