cronaca

“Il Vangelo secondo Matteo”? Dopo l'incontro mancato con Roncalli

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Non solo dall’amicizia di Pier Paolo Pasolini con don Giovanni Rossi - fondatore dell’associazione Pro Civitate Christiana - deriva ed è nato “Il Vangelo secondo Matteo”, ma anche da san Giovanni XXIII. O meglio: da un mancato incontro di Pasolini con lui, Papa Roncalli. Lo racconta il cardinale Loris Francesco Capovilla - già segretario particolare di Giovanni XXIII - in una videointervista realizzata da monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, che sarà proiettata domani nel corso di un convegno dedicato al cinquantesimo anniversario della celebre opera dell'artista di Casarsa dalla Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Lo riferisce L'Osservatore Romano. 


Pasolini ebbe così grande ammirazione per Giovanni XXIII da dedicare il film alla sua memoria, ma il 4 ottobre del 1962 preferì non incontrarlo. 
Ecco come andarono i fatti. 


Quel giorno era ad Assisi, ospite proprio della Cittadella, in occasione di un dibattito sul cinema. Avrebbe dovuto parlare della sceneggiatura e delle riprese del suo “Accattone”, ma nel pomeriggio si diffuse la voce che il Pontefice, in visita a Loreto, aveva deciso a sorpresa di concludere la giornata proprio lì, ad Assisi. Subito le strade della città si riempirono di gente e il convegno fu sospeso per permettere a tutti di rendere omaggio a Papa Roncalli. 


Don Rossi e gli altri sacerdoti domandarono a Pasolini se volesse unirsi a loro, ma lui declinò l'invito e passò il pomeriggio nella camera che gli era stata messa a disposizione dall'Associazione umbra, leggendo il primo libro che gli capitò sotto mano: era il Vangelo secondo Matteo. In ogni stanza della Cittadella c'era un'edizione dei Vangeli che inizia proprio con il testo di Levi, l'esattore delle tasse diventato seguace di Gesù. 


Don Rossi e gli altri preti tornarono a tarda sera. «Pier Paolo, spero che ti faccia piacere saperlo, quando il Papa ci ha dato la sua benedizione abbiamo pensato a te», disse a don Rossi al suo rientro in sede, dopo cena. «Grazie. In realtà oggi anch'io ho pensato a voi - rispose Pasolini - farò un film sul Vangelo di Matteo. L'ho deciso dopo aver letto, sdraiato sulla branda, il libretto che ho trovato sul comodino. Però dovete aiutarmi, io non sono un credente. E sono anche marxista», rispose il poeta di Casarsa. 


Capovilla spiega che non si trattava di una frase di circostanza ma di una richiesta sincera: «Pasolini disse a don Andrea Carraro “non voglio fare nulla che possa offendere la vostra fede” e per questo andò in Terra Santa».  «Accettò - aggiunge Capovilla - tutte le osservazioni e i consigli dei biblisti che aveva consultato». (Vatican Insider)

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