Peschereccio Airone sfuggito al sequestro torna a Mazara. Ma un video fa sorgere dubbi
Quindici minuti dopo la mezzanotte è approdato al molo Uno del porto nuovo di Mazara del Vallo il peschereccio Airone, con sette uomini d'equipaggio a bordo, sfuggito - secondo la ricostruzione delle autorità italiane - a un tentativo di sequestro a una trentina di miglia dalle coste libiche la mattina di venerdì. Eppure a 48 ore da quell'evento, ancora ci sono dubbi su come sono andate davvero le cose. Un video trasmesso da SkyTg24 infatti racconta una versione un po' diversa, ovvero che il peschereccio sia stato trovato a pescare in mare libico dalla guardia costiera di Misurata e sia scappato.
L'equipaggio è stato subito condotto nei locali della Capitaneria di porto dove è stato interrogato per quattro ore dal pm della procura di Marsala che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta. "Rifarei tutto quello che ho fatto per portare in salvo il mio equipaggio - ha detto il comandante del peschereccio, Angelo Figuccia, 44 anni - in quell'area si corrono sempre rischi".
La versione ufficiale. Secondo quanto riportato a caldo, un blitz in alto mare della Marina italiana aveva sventato il sequestro da parte di militari libici armati del peschereccio Airone, impegnato in una battuta di pesca del gambero rosso, a circa 90 chilometri a nord-ovest di Misurata. Un secondo peschereccio, anch'esso preso di mira, ha tagliato le reti ed è riuscito a fuggire durante le fasi concitate dell'intervento della Marina. I militari hanno così tratto in salvo i sette componenti dell'equipaggio dell'Airone, tre italiani e quattro tunisini, uno dei quali è rimasto leggermente ferito durante il blitz. Fermato l'unico libico che era al bordo del motopesca, poi trasferito sulla nave della Marina.
Ma già venerdì era poco chiaro cosa fosse avvenuto. Non si sapeva infatti se si fosse trattato di un attacco o di un intervento di miliziani. Così come si dovrà fare luce sui momenti di concitazione registrati a bordo, che hanno portato all'esplosione accidentale di alcuni colpi d'arma da fuoco ed al ferimento, in maniera non grave, di un membro dell'equipaggio tunisino. E poi c'è anche il militare libico, trovato sul peschereccio, chiuso nella stiva dall'equipaggio dopo essere stato disarmato, preso in consegna dalla nave della Marina militare.
Il video di SkyTg24. Le immagini trasmesse oggi da SkyTg24 raccontano come detto una versione diversa. Mostrate sotto il titolo 'Un mare di dubbi', sono state riprese da una giornalista italiana, Nancy Porsia, che era a bordo della nave della guardia costiera libica che ha fermato il peschereccio Airone. Un video che non racconta di un tentativo di sequestro, tutt'altro: il peschereccio - secondo questa versione - era in acque libiche dove non poteva pescare. Fermato, gli è stato chiesto di andare nel porto di Misurata per i controlli. Si sente il capitano dell'Airone che dice: "Non ci può far andare (a Misurata, ndr), siamo qui per un pezzetto di pane, non ci può far andare".
Il capitano libico avrebbe insistito sul trasferimento a Misurata, e avrebbe fatto salire a bordo dell'Airone un militare libico disarmato per scortarlo in porto. In questa versione, sarebbe stato lui a essere rapito e chiuso nella stiva. Poi il peschereccio non avrebbe più risposto alle chiamate della guardia costiera e si sarebbe dato alla fuga.
L'arrivo in porto. L'imbarcazione è stata accolta da un nutrito gruppo di mazaresi: presenti anche le mogli del comandante Giuseppe Figuccia, del capo tecnico Mario Salvato, che in un primo momento erano rimaste fuori dai cancelli presidiati dalle forze dell'ordine. Fuori dai cancelli c'è anche il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, mentre al sindaco Nicola Cristaldi è stato consentito di entrare insieme ai familiari.
Poco prima il sindaco aveva lamentato le condizioni del porto "rimasto al buio perchè la Regione siciliana non ha i soldi per l'impianto di illuminazione e non consente al Comune di realizzarlo perché non è di propria competenza". Qualche voce di protesta sulle condizioni del porto di Mazara del Vallo, prima marineria d'Italia, si è sollevata anche tra le persone in attesa dietro i cancelli. (Repubblica)
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