cronaca

Patriarca di Baghdad: Nella crisi irachena, essenziale l’intervento degli Stati arabi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Raccontare la "situazione drammatica" di un popolo che ha vissuto per duemila anni in modo pacifico nella regione e ora, in particolare in Siria e Iraq, è "obiettivo dei criminali" dello Stato islamico per la fede professata. È questo lo spirito che ha animato l'intervento di ieri dei patriarchi e i vescovi delle Chiese del Medio oriente, invitati negli uffici di Ginevra della Missione Permanente della Santa Sede all'Onu. I leader cristiani hanno denunciato una persecuzione sistematica contro la minoranza, condotta "in nome di Dio" e che rappresenta una palese violazione "del diritto fondamentale alla libertà religiosa".



L'ideologia alla base dell'Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante, ora Stato islamico, ndr) è contraria ai diritti umani, affermano i vertici delle Chiese orientali, e conduce "al genocidio, alla morte di persone innocenti e altri gravi abusi". Esso rappresenta una minaccia non solo per i cristiani, ma "per tutti gli altri gruppi ed etnie" e "per l'intera società" del Medio oriente e dell'intera comunità internazionale. Il crimine più grave di fronte a questi abusi, affermano, è "l'indifferenza".



La comunità internazionale, ricordano patriarchi e vescovi, ha il "dovere" e la "responsabilità" di intervenire per proteggere le comunità a rischio, come indicato in passato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un dovere che subentra, spiegano, quando "lo Stato non è in grado di tutelare i propri cittadini", come avviene oggi in Iraq. Da ultimo, essi auspicano aiuti - cibo, acqua, alloggi, medicine, coperte - in vista dell'inverno, in vista di un rientro nelle proprie abitazioni. Ma la priorità, concludono, resta quella di "sconfiggere l'Isis e ristabilire la possibilità di una coesistenza pacifica". ..(Asianews)

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