Morte Giulio Andreotti - E' lo spirito di Assisi che permette a tanta gente che non va in chiesa di avere un contatto che altrimenti non avrebbero
L'intervista rilasciata alla nostra redazione
Giulio Andreotti è morto oggi (6 maggio 2013) alle 12.25 nella sua abitazione romana. Lo hanno reso noto i suoi familiari. Nato a Roma nel 1919, ma originario di Segni (Rm), era malato da tempo. Al momento era senatore a vita.
ANDREOTTI AD ASSISI
1942 - Convegno nazionale, con Giorgio la Pira
1945 - Viaggio di Nozze
1946 - 4 ottobre, rappresenta il governo per la Festa di san Francesco
1952 - Congresso Eucaristico con il Cardinal Schuster
1986 - Storico Incontro Interreligioso
2007 - 13 maggio, convegno sulle operazioni di Peacekeeping
Andreotti disse: 'E' questo spirito che permette a tanta gente che non va in chiesa di avere un contatto che altrimenti non avrebbero"
L'intervista di padre Enzo Fortunato al Senatore
Si avverte la presenza di un uomo straordinario, un uomo che porta con sé il carico di una storia o meglio il carico delle vicissitudini di una Nazione che lentamente si è formata, come lui stesso ebbe a dire "nonostante la Democrazia Cristiana". Dopo aver partecipato alla celebrazione eucaristica sulla tomba di san Francesco il padre Custode lo ha invitato a colazione e non abbiamo potuto resistere alla tentazione di porgli alcune domande.
Quali sono i suoi ricordi di Assisi?
Mi viene in mente il grande imbarazzo che ho provato quando Giorgio La Pira (personalità di spicco del mondo cattolico) ad Assisi in pieno fascismo davanti il potestà parlava di pace. L'autorità a quel tempo era Fortini che venne 'scongelato' dalla consegna di una medaglia da parte di Giorgio La Pira e subito si ristabilì un clima cordiale. Ricordo il grande privilegio che ebbi nel 1952 per il congresso eucaristico, fui chiamato dall'allora Cardinal Schuster insieme al padre Riccardo Lombardi (il microfono di Dio) a parlare in questa piazza.
Quindi le "raccomandazioni" sono iniziate da giovane?
No, ero amico del Vescovo di Todi che organizzava il congresso eucaristico e mi chiamò a tenere questa relazione.
Ha così pochi ricordi di Assisi?
No, no... ricordo l'86, l'incontro che Giovanni Paolo II convocò ad Assisi con tutti i leaders religiosi del mondo: era un giorno freddo, c'era una tensione fortissima, dovuta anche ai pregiudizi che accompagnarono questa assise. Ricordo benissimo ciò che il Cardinale Oddi mi confidò, ovvero che sconsigliò al Papa di vivere questo incontro perché poteva addurre a diverse incomprensioni. Ero allora Ministro degli Esteri, arrivai in piazza con preoccupazione, devo ammettere che faceva una certa impressione vedere un pellerossa assieme ad un capo spirituale delle religioni tradizionali africane... ma dopo alcuni momenti l'intensità dell'incontro si fece forte, la partecipazione straordinaria e le tensioni si sciolsero.
Ma che impressione si è fatto di questi incontri che poi sono anche proseguiti?
Vede, la situazione che meglio sintetizza è nello Spirito di Assisi. Questo si è talmente propagato da impregnare positivamente lo spirito della pace. Penso alle tante marce che in nome di questo valore attraversano le vostro terre.
Molte volte queste marce portavano un grande grido, quello dell'ONU...
L'organizzazione Internazionale è stata utile ed è servita a disinnescare molte guerre. Se si pensa che da quando c'è L'ONU (San Francisco 1945) e il Patto Atlantico (1949), guerre non ce ne sono state, soprattutto in Europa. Oggigiorno, l'Organizzazione delle Nazioni Unite funziona soprattutto con le grandi agenzie per lo sviluppo, la sanità e i giovani; la tesi di un Governo del Mondo è difficile da realizzare, è già così difficile per un Governo Nazionale. Lei reputa pertinente la strumentalizzazione politica che taluni fanno della marcia della pace? Certamente può suscitare un senso di smarrimento vedere un tale numero di bandiere rosse mescolate allo spirito francescano, ma è evidente che lo stesso spirito ci aiuta a superare le contrapposizioni, anzi vorrei ribadire che è questo spirito che permette a tanta gente che non va in chiesa di avere un contatto che altrimenti non avrebbero.
Senatore se questi sono i momenti ecclesiali forti che hanno aiutato la società, a livello politico, invece quali sono i ricordi?
Ricordo il '76: il paese viveva una situazione di tracollo finanziario; le brigate rosse erano nel pieno della loro affermazione, avevamo letteralmente paura di quello che poteva succedere alla Nazione, ma grazie ad un accordo potemmo governare. L'opposizione, il Partito Comunista, usò il termine di "non sfiducia". La lingua italiana si presta a creare nuovi termini, che consentì la fiducia al Governo e tutto ciò dette credibilità al nostro paese in ambito internazionale e ci permise di continuare al grande risanamento. Oggi pare che ci sia una confusione organizzata.
Da cosa dipende?
Dall'abolizione del proporzionale (ogni partito ottiene tanti deputati o senatori a seconda della percentuale ricevuta alle urne; nel sistema maggioritario invece, vince il seggio il candidato che ottiene più voti in ogni singolo collegio ndr). Molti non comprendono che è proprio questo il carattere italico: ora ci sono due poli, ma solo apparenti perché le diversità all'interno sono enormi.
Quindi ci sono molte frammentazioni?
Si, io la chiamo l'era botanica, basta pronunciare il nome di alcuni partiti formatisi negli ultimi anni: "margherita, ulivo, rosa nel pugno, verdi ; le composizioni sono eterogenee, ma siccome un'alternativa alle elezioni non c'è, è necessario convergere a livello di governo e politico verso i problemi europei.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA