cronaca

Migranti, un altro naufragio giovedì: "Quattrocento dispersi".

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Quarantacinque, invece, i corpi recuperati, mentre si teme che i dispersi siano decine. Così come addirittura

Quattrocento morti, forse anche di più. Un numero da record quello delle presunte vittime di un altro naufragio, il quarto in una settimana, che si è verificato giovedì nel Canale di Sicilia. E uno degli scafisti è stato fermato questa sera dalla polizia. Particolarmente drammatiche le circostanze della tragedia ricostruite dagli investigatori delle squadre mobili di Agrigento e Ragusa che in queste ore stanno interrogando i superstiti. Due grandi pescherecci con circa 500 persone a bordo ognuno erano partiti dalle coste libiche, il secondo trainato dal primo con una lunga cima. Dopo poche miglia di navigazione il barcone trainato ha cominciato ad imbarcare acqua. A quel punto, presi dal panico, i migranti che stavano sull'imbarcazione che stava per affondare hanno cominciato, schiacciandosi uno con l'altro, a provare a passare sulla prima barca aggrappandosi alla fune. A decine sono finiti in mare annegando.

Poi gli scafisti della prima imbarcazione hanno tagliato la cima lasciando al loro destino i profughi a bordo della seconda barca che è affondata in pochi minuti. Tragica la fine di una donna, quasi decapitata dalla cima che l'ha strangolata con una sorta di effetto frusta. Il suo corpo orrendamente mutilato è già arrivato a Porto Empedocle insieme ad alcune centinaia dei superstiti nel frattempo soccorsi da una delle navi inviate sul posto dalla sala operativa.Altri dei sopravvissuti sono invece saliti a bordo della nave Argo 29 a bordo della quale c'erano anche gli operatori di Save the children che hanno raccolto le loro testimonianze. Oggi sono sbarcati a Pozzallo. Tra di loro anche lo scafista già identificato. Le indagini sono condotte dalle squadre mobili di Agrigento e Ragusa che stanno cercando di ricostruire i contorni della vicenda dalle testimonianze dei superstiti.

Intanto è stato fermato a Pozzallo su disposizione della Procura di Ragusa lo scafista dell'imbarcazione che trainava un peschereccio affondato nel Canale di Sicilia in un naufragio con 3-400 migranti dispersi. E' un sudanese accusato anche di morte come conseguenza di altro delitto: avrebbe ordinato di tagliare la fune da traino del peschereccio che stava per affondare e che, con un "effetto fionda", ha colpito e ucciso una donna. repubblica.it


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