La denuncia dell'Oim: Oltre duemila i migranti morti nel Mediterraneo
L’emergenza immigrazione continua. È approdata stamattina nel porto di Vibo Marina una nave della Marina militare svedese con a bordo 427 migranti dell’Africa subsahariana. Si tratta di 336 uomini, 83 donne e 8 minori accompagnati.
Oltre duemila migranti sono morti dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo nel tentativo di arrivare sulle coste dei Paesi europei. Lo denuncia oggi l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim), secondo cui nello stesso periodo dello scorso anno erano morti 1.674, mentre in tutto il 2014 le vittime erano state 3.279.
L’emergenza immigrazione continua. È approdata stamattina nel porto di Vibo Marina una nave della Marina militare svedese con a bordo 427 migranti dell’Africa subsahariana. Si tratta di 336 uomini, 83 donne e 8 minori accompagnati. Dagli accertamenti non è emersa, al momento, la presenza tra gli immigrati di scafisti. Il dispositivo per l’accoglienza e l’assistenza agli immigrati è stato predisposto dalla Prefettura di Vibo Valentia. I migranti, complessivamente, stanno bene.
Intanto il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha esortato il Regno Unito a fare di più nelle azioni mirate a smantellare le reti di immigrazione illegale, ora che Parigi e Londra sono alle prese con l’emergenza migranti al porto di Calais. Parlando al giornale francese Le Croix, che ha pubblicato l’intervista sul suo sito web, Cazeneuve ha dichiarato che la cooperazione fra le polizie e i servizi segreti di Francia e Regno Unito ha permesso di fermare 17 reti di trafficanti di esseri umani nel 2015. “Penso che abbiamo bisogno di andare oltre e ho chiesto alla mia controparte britannica che i suoi servizi facciano ulteriori sforzi”, ha detto Cazeneuve. Francia e Regno Unito ieri hanno chiesto agli altri Paesi dell’Unione europea aiuto per gestire la crisi e Londra ha annunciato che finanzierà l’aumento nel numero di pattuglie di sicurezza private che sorvegliano l’entrata del tunnel che passa sotto la Manica e parte proprio da Calais. La Stampa
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