cronaca

L'Italia e le morti sul lavoro di Beppe Giulietti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Si chiamavano Giuseppe Baldan,Paolo Valeselli, Nicoló Bellato e Marco Berti, sono morti ad Adria, soffocati dai gas usciti da una cisterna.

Bellato e Berti sono morti perché hanno tentato di salvare la vita ai loro compagni di lavoro, eroi loro malgrado, perché morire di lavoro non puó e non deve essere considerato normale.


Eppure cinismo e rassegnazione rischiano di prevalere sino al punto da considerare normale questa infinita strage quotidiana.

Oggi é la giornata del dolore, il presidente del Veneto Luca Zaia chiede, giustamente, il lutto nazionale, altri annunciano proteste e iniziative di lotta.


Il giudice punta il dito sul mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza e di prevenzione, le indagini ci diranno chi e perché avrebbe eventualmente sbagliato.

Al di lá delle responsabilitá penali, resta il triste primato italiano in materia; ,continuiamo ad essere una delle nazioni europee dove si muore di piú e dove si investe di meno in prevenzione, formazione e sicurezza.


In questi giorni si parla molto di modernizzazione, semplificazione, flessibilitá, sará tuttavia il caso di non dimenticare mai che esistono diritti non comprimibili e, tra questi, il diritto alla salute e a lavorare in condizioni rispettose della dignità delle persone.

Questo non sempre avviene: subappalti, ricerca del guadagno facile, uso spregiudicato del precariato, sfruttamento degli immigrati, segnano il comportamento di pseudoimprenditori senza scrupoli che considerano il dipendente una merce, quasi uno " Scarto umano" per riprendere l'efficace espressione piú volte usata da Papa Francesco.


La tutela degli " Scarti umani" dovrebbe essere impegno comune delle istituzioni, della Chiesa, dei sindacati, di quanti continuano a credere che il rispetto della dignità delle persone non possa mai essere piegata agli egoismi dei singoli.


Qualche tempo fa, proprio dalla Basilica di Assisi, partí un appello contro le morti sul lavoro e per la promozione di una campagna, politica e mediatica, a sostegno della prevenzione e del potenziamento dei controlli.

Sará il caso di riprendere quella iniziativa,magari proprio a partire dal prossimo 4 ottobre, per risvegliare le coscienze e richiamare tutti al rispetto non solo delle leggi, ma anche dei piú elementari principi etici, quelli che fanno la differenza tra le persone e gli "Scarti umani".

Beppe Giulietti, portavoce articolo 21

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