I PAPI DI CUBA
I papi di Cuba. Ovvero, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i due soli pontefici che hanno svolto un viaggio apostolico nella tormentata isola centroamericana, tra gli ultimissimi baluardi del comunismo, da oltre 50 anni governata da un regime marxista guidato prima da Fidel Castro, da qualche anno uscito di scena per motivi di salute, ed ora dal fratello Raul. Papa Wojtyla, 14 anni fa, dal 21 al 26 gennaio 1998, svolgendo uno storico pellegrinaggio a ragione ricordato come uno dei momenti più importanti del suo lungo pontificato. Il viaggio che, sfidando, tra l'altro, quell'embargo Usa diventato nel corso degli anni un giogo sempre più pesante per i cubani più poveri e indifesi, gettò le basi per una pur minima apertura del regime verso le libertà sociali, a partire da quella religiosa.
Analogo interesse ha suscitato il viaggio a Cuba di papa Ratzinger svolto, come si sa, col regime comunista ancora saldamente in piedi malgrado qualche timida apertura sul piano turistico-commerciale e con l'embargo americano sempre in vigore come un ostinato contraltare ai governanti dell'Avana. Incurante di vincoli socio-politici e di embarghi più o meno giustificati, Benedetto XVI, sulle orme di Giovanni Paolo II, è ritornato sull'isola dal 26 al 28 marzo scorso suscitando come già avvenne nel corso della visita del suo predecessore speranze, attese e attenzione internazionale per i gravi problemi che gravano sulle fasce più deboli ed oppresse del paese. Ridando anche e soprattutto vigore e vitalità alla Chiesa cattolica cubana.
Ma nella particolare vetrina dei papa “cubani”, accanto a Wojtyla e a Ratzinger, non vanno dimenticati altri due grandi pontefici che, grazie alla loro opera pastorale, hanno saputo tessere quella proficua rete di rapporti con le istituzioni e la popolazione cubana nel corso dei difficili anni della guerra fredda, vale a dire Giovanni XXIII e Paolo VI. Giovanni XXIII nel 1962 fu l'artefice della normalizzazione dei rapporti diplomatici con Cuba, favorendo la scambio degli ambasciatori tra l'Avana e Santa Sede. Politica proseguita con altrettanta convinzione da Paolo VI negli anni successivi. Sono invece privo di fondamento – giuridico, canonico, pastorale - le voci circolate nei mesi scorsi sulla stampa internazionale e sui siti web di una presunta scomunica comminata da Giovanni XXIII a Fidel Castro. “Un provvedimento del genere – ha puntualizzato il vescovo Loris Capovilla, storico segretario personale di papa Roncalli – non è stato mai preso. La scomunica, del resto, non faceva minimamente parte della mentalità di un Papa del dialogo e dell'incontro con gli altri come il beato Giovanni XXIII. Dispiace tanto che qualche giornale, senza consultare attentamente le fonti ufficiali della Santa Sede, ne abbia parlato diffondendo notizie prive di fondamento proprio in vista del pellegrinaggio di Benedetto XVI”.
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