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Ricchi sempre più ricchi. De Masi: questa economia uccide

Roberto Pacilio
Pubblicato il 22-01-2018

Intervista a Domenico De Masi - Sociologo e professore di Sociologia del lavoro

La notizia apparsa sui giornali dove si evince che l’1% dei ricchi possiede quanto il restante 99% non è una novità. Solo 10 anni fa 350 persone avevano la ricchezza di mezza umanità che allora era costituita da 3 miliardi e 400 milioni di cittadini. Ora sono 8 “paperoni” che hanno la ricchezza di metà umanità (3 miliardi e 600 milioni di persone) e i poveri sono sempre di più.




Ci sono sempre più poveri?

Si perché c’è un numero decrescente di facoltosi che addensa nelle proprie mani una maggiore ricchezza. Questo è il risultato delle teorie neo liberiste. Teorie basate sull’egoismo, sulla competitività e non sulla solidarietà e sul dono.




Come è divisa la classe sociale oggi?

Classe borghese alta, costituita da una minoranza di persone, in fondo alla piramide proletari e sottoproletari che si ritrovano in una fascia molto bassa. In fine c’è la classe media che è stata la forza delle società del ‘900 e che ora si riduce sempre di più diventando proletari. Tra questi ultimi, purtroppo, ritroviamo un numero crescente di senza lavoro.




Da cosa dipende l’aumento della disoccupazione?

La mancanza di lavoro dipende dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie




Quale futuro per la nostra società?

Continuando così aumenterà il divario tra ricchi e poveri. Uno dei pochi che denuncia tutto questo è Papa Francesco che con la locuzione Gaudium et spes parla di economia neo liberista: “questa economia uccide”. Ormai c’è la globalizzazione dell’indifferenza.

Cosa intende per globalizzazione dell’indifferenza?

Di fronte a questo crescente divario tra ricchi e poveri siamo sempre più indifferenti perché oltre a possedere la ricchezza hanno i mass media e quindi riescono a condizionare anche il pensiero delle persone  

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