cronaca

Caso Scazzi, Cosima piange in aula: Mai invidiose di Sarah - VIDEO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Piange Cosima mentre racconta la sua verità, mentre parla di Sarah, del carattere un po’ chiuso e timido di sua nipote. Del perché non ha parlato prima e durante il processo. «Me lo ha consigliato il mio avvocato, tanto non mi avrebbero creduta».I ricordi di quei giorni, di quelle ore si affastellano, perdendo a volte il filo del discorso. Troppe cose da dire, da ribattere, da chiarire. 




La sorella Concetta 

«Si è parlato tanto di invidia e gelosia, ma non è vero, quale rancore? Ci siamo sempre aiutati l’un l’altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione. Parla male di me, ma nel cuor suo sa che non c’entro niente. La comprendo perché ha perso una figlia e quindi non me la prendo per quello che dice. Anche io lo avrei fatto». 


«Sarah non è mai puzzata» 

«Si dice che dopo 3 giorni l’ospite puzza. Non è mai puzzata Sarah, è sempre venuta a casa nostra. E quando parlava male della madre io la difendevo e le spiegavo che doveva capirla, che avrebbe capito, quando sarebbe diventata lei mamma, che la sua aveva ragione. Le brave mamme sono proprio quelle che rimproverano».


Sabrina e Ivano 

«Dicono che abbiamo ucciso Sarah per la vergogna della gente. Ma chi se ne frega della gente? Tutti sapevano che a Sabrina piaceva Ivano. Anche io lo sapevo. Era un bravo ragazzo. E, per me, il fatto che si appartassero in auto, non era un problema, tutti i ragazzi lo fanno. Anzi, io avrei preferito che, se si dovevano proprio appartare, lo avessero fatto in casa. E non in macchina perché è pericoloso. Ero tranquilla, non le ho mai chiesto di Ivano. Mi preoccupavo solo quando non rientrava. Mi addormentavo solo quando sentivo la sua voce».


La lite di Sarah con Sabrina 

«Quella mattina non ha litigato affatto con Sabrina».


La scomparsa 

«“Se ha fatto una cosa di queste uno schiaffo se lo merita”, dissi sperando che Sarah fosse andata via con un amico. Per questo l’ho detto. Purtroppo non è stato così. Durante la notte pensavo cosa poteva essere successo. Il pensiero è stato: o l’hanno presa per violentarla oppure qualcuno di San Pancrazio l’ha adocchiata, magari qualcuno che ce l’aveva con mio cognato. Queste cose le ho dette ai carabinieri, a mia sorella e a mio cognato. Ma cosa poteva essere successo? E’ sempre uscita con Sabrina, anche di notte, e non è mai successo niente, e adesso succedeva di giorno?»


Le accuse al cognato 

«A mio cognato chiedevo se c’era qualcuno che ce l’aveva con lui. Hanno detto che ho accusato mio cognato, ma non l’ho mai fatto e mia sorella lo sa. E anche i pubblici ministeri lo sanno».


La super testimone Anna Pisanò 

«Il fioraio racconta un sogno, è assurdo che Sarah si trovasse lì in strada e Anna Pisanò ha amplificato un sogno. Quel giorno Sarah non l’ho vista proprio, l’ho vista la sera prima».


Il pomeriggio della tragedia 

«Sarah quando sapeva che io lavoravo non suonava il campanello, magari faceva uno squillo. Questo non lo dico solo io, lo dice anche Claudio, il fratello. Ha raccontato lui stesso che un pomeriggio Sarah lo ha fermato, mentre stava citofonando dicendo “la zia sta riposando”».


Le bugie 

«Prima del ritrovamento del telefonino, il giorno prima, i carabinieri hanno chiamato mio marito, poi Sabrina, poi me. Quando sono stata interrogata mi hanno chiesto cosa avevo fatto quel giorno. E poi mi hanno domandato dove si trovava mio marito.Ho risposto a casa. Ma a casa dove? Per me in camera, in bagno, in giardino, in cantina, sempre a casa era. Ma loro volevano saperlo precisamente. Non ricordavo bene. Era a casa, ma non ricordavo esattamente dove. Siccome insistevo a dire non ricordo, quando poi mi ha interrogato il pm mi ha detto “dicevi che era sulla sdraio”, e io ho detto “mettete pure che stava sulla sdraio”. Se uno le cose non le ricorda le deve dire per forza?».


La giustizi a 

«Noi non abbiamo fatto niente. Io ero a casa a quell’ora. Alla fine dopo 40 anni che uno è stato condannato si scopre che è innocente. O perché si sono sbagliati o perché non vogliono dire di avere sbagliato. Gesù Cristo è stato condannato dal popolo e il giudice ha fatto quello che voleva il popolo. Non è giusto. Gesù lo volevano tutti condannato e ancora oggi vengono condannati degli innocenti. Noi a Sarah abbiamo fatto sempre del bene».   (La Stampa)

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