cronaca

Caso marò: dall’India no ad arbitrato.La Farnesina: «Ci faremo valere»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L’India si opporrà il prossimo 10 agosto davanti al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) alle richieste di «adozione di misure cautelari» presentate dall’Italia nella vicenda dei due Fucilieri di Marina coinvolti nell’incidente in cui morirono due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. Lo ha sostenuto in dichiarazioni al quotidiano The Hindu il procuratore aggiunto generale P.S. Narshima che difenderà gli interessi indiani nell’udienza di Amburgo.

La replica della Farnesina non si è fatta attendere: «L’Italia farà valere con determinazione le sue ragioni nell’intento di addivenire ad una soluzione positiva della vicenda dei due fucilieri Latorre e Girone». Lo si apprende da fonti del ministero degli Esteri.

«Davanti all’Itlos - ha spiegato il magistrato indiano- noi sottolineeremo che solo l’India ha la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo. L’India - ha aggiunto - sosterrà anche che l’Italia non ha esaurito tutte le procedure locali a disposizione, un requisito necessario prima di presentare istanze all’Itlos. Infine l’India obietterà che non vi sono circostanze stringenti tali da richiedere qualsiasi adozione di misure provvisorie» nel caso che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «L’India - ha concluso - si presenterà nell’udienza dell’Itlos che può solo prendere in considerazione misure provvisorie per una questione che riguarda la giurisdizione sul caso (cioè la titolarità a decidere, ndr) e che è in attesa di essere esaminata dalla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja in base alla sezione 7 della Convenzione» delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos).

Secondo The Hindu, l’India sta cercando di avvalersi per sostenere le sue argomentazioni davanti al Cpa di un esperto in arbitrati internazionali di Ginevra. Si deve ricordare che l’istanza presentata dall’Italia all’Itlos contiene due richieste: la prima è che l’India «si astenga dal prendere o eseguire ogni misura giudiziaria o amministrativa» contro i due fucilieri di Marina e «dall’esercitare ogni forma di giurisdizione» a proposito dell’incidente. La seconda è che «l’India prenda ogni misura necessaria ad assicurare che le restrizioni sulla libertà, sicurezza o movimento dei Fucilieri siano immediatamente rimosse in modo da permettere al sergente Girone di viaggiare e rimanere in Italia e al sergente Latorre di rimanere in Italia» per tutta la durata del procedimento alla Corte di Arbitrato dell’Aja sul ricorso italiano riguardante la giurisdizione sul caso.

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