cronaca

117 arresti in Emilia per 'ndrangheta

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L'Emilia Romagna nelle mani della 'ndrangheta. E' in corso in queste ore una maxi operazione dei carabinieri che stanno eseguendo 117 arresti, per la maggior parte in Emilia. Si tratta di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, emissione di fatture false. Il clan al centro dell'inchiesta è quello dei Grande Aracri di Cutro (Crotone), di cui è documentata da tempo l'infiltrazione nel territorio emiliano, soprattutto nella zona di Brescello dove vivono esponenti di spicco della cosca calabrese. Alcuni dei reati hanno carattere transnazionale, interessano Austria, Germania, San Marino.

Da quello che trapela al momento, tra gli arrestati ci sono diversi imprenditori che hanno ditte nel settore dell'edilizia e movimento terra, alcuni dei quali hanno vinto gli appalti milionari della ricostruzione post terremoto del 2012. E' stato chiesto il sequestro di beni per circa 100 milioni di euro. Tra le persone colpite dai provvedimenti di custodia, il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, di Forza Italia. I carabinieri lo hanno prelevato dalla sua abitazione di Arceto di Scandiano, vicino a Reggio Emilia. Dalle carte dell'inchiesta emergerebbe anche il sostegno elettorale imposto dai Grande Aracri ad alcuni candidati emiliani durante le amministrative.

L'indagine è condotta dalla procura distrettuale antimafia di Bologna che ha ottenuto dal gip del Tribunale le 117 custodie cautelari in Emilia, ma anche Lombardia, Piemonte, Veneto, Sicilia. Contestualmente si stanno muovendo le procure di Catanzaro e Brescia che hanno emesso 46 provvedimenti.

Nella lista dei nomi colpiti dall'ordinanza di custodia sono finiti anche Ernesto e Domenico Grande Aracri, i fratelli del boss già detenuto Nicolino Grande Aracri, detto "Mano di gomma". Domenico è un avvocato penalista, il suo arresto è stato disposto dalla Dda di Bologna, mentre per Ernesto si è mossa la Dda di Catanzaro.

Intanto emergono dettagli sui tentativi di intimidazione che il clan aveva messo in atto nell'area emiliana. Non solo su imprenditori e istituzioni, ma anche su giornali. Nelle carte dell'inchiesta vengono ricostruite le minacce a una giornalista di un quotidiano, mentre un altro giornalista è finito agli arresti. In manette anche sei "talpe", che informavano i Grande Aracri. Si tratta di tre ex carabinieri in congedo e tre poliziotti.

Sul campo sono impiegati al momento un migliaio di militari con il supporto anche di elicotteri. Il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso terranno una conferenza stampa alle 10.45.La repubblica

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