cronaca

Realacci: "Le imprese più forti sono quelle che non inquinano"

Redazione online
Pubblicato il 16-09-2017

Natura, ecologia, acqua pulita. Anche di questo si è parlato al Cortile di Francesco.


Per la sezione “Pianeta abitabile e costruito” quattro relatori si sono confrontati nel Salone Papale: Padre Enzo Fortunato, Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, Carlo Montalbetti, Direttore Generale della Comieco, Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei deputati, e il geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi.


Il tema principe della discussione è stato quello dell’acqua: come conservarla e utilizzarla al meglio senza sprecarla.


A partire da quella che Padre Enzo ha definito una “cultura dei gesti e della prevenzione che passi dai piccoli atti quotidiani: un rubinetto chiuso quando ci si lavano i denti, una luce spenta quando non si è in casa”.


Il geologo Mario Tozzi ha sottolineato  che in Italia ci sono “i segni di un inquinamento culturale prima ancora che ambientale. Una “strumentalizzazione dell’ambiente, non un rispetto”. 


“L’intera industria cartiera italiana consuma l’acqua utilizzata da circa 200mila persone” – ha aggiunto Montalbetti. La maggior parte dello spreco dunque non proviene dalle imprese, ma dalle persone”.


E quando le scelte dei privati non bastano, allora deve essere la politica ad intervenire attraverso leggi che regolino le imprese, attraverso una normativa della prevenzione.


“I settori dell’economia italiana che vanno meglio sono quelli che incrociano i temi ambientali” - ha fatto notare Realacci. "L’economia a misura d’uomo, e dunque di ambiente, è più forte perché è più competitiva. La questione ambientale è una sfida integrale. Abbiamo il dovere di cogliere queste interconnessioni”.  

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