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Vescovo Terni: prete tolga la scomunica per l'aborto. Gesto dallo spirito francescano

GIACOMO GALEAZZI
Pubblicato il 30-11--0001

«Il prete tolga la scomunica per aborto. È un gesto ispirato dall'insegnamento di San Francesco». Secondo il Codice di diritto canonico chi procura l'aborto incorre nella scomunica «latae sententiae», cioè automatica, senza necessità che sia dichiarata. Fino a Pentecoste (24 maggio) il vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese concede ai sacerdoti della diocesi di rimettere con la confessione la scomunica in caso di ravvedimento e pentimento.

Un atteggiamento di clemenza anche per chi procura l'aborto si fa strada nella Chiesa alla  vigilia del Giubileo della misericordia. Nel decreto del vescovo francescano Piemontese si offre al penitente l'opportunità di «intervallare l'accusa del peccato dalla assoluzione» con un periodo di tempo «da  impegnare nella riflessione, nell'ascolto della parola di Dio, nella preghiera, nella carità e nella congrua penitenza». La possibilità di rimettere la scomunica è concessa per «mostrare concretamente la misericordia divina nei confronti di chi è pentito del delitto commesso». Ciò rende «più facile l'accostarsi al sacramento della misericordia da parte dei fedeli che hanno commesso peccati gravi puniti con la scomunica». In linea con Bergoglio.

GESTO DALLO SPIRITO FRANCESCANO

E' un gesto dallo spirito francescano quello del vescovo di Terni, padre Giuseppe Piemontese, che ha concesso a tutti i confessori della diocesi la facoltà di rimettere la scomunica per il peccato di aborto procurato. "Incarna oggi - ha spiegato all'ANSA il presule - il desiderio di San Francesco che dopo avere ottenuto il perdono di Assisi disse: 'voglio mandarvi tutti in Paradiso'". Padre Piemontese, un frate francescano, ha quindi ricordato che in occasione del prossimo Anno santo dedicato alla Misericordia Papa Francesco "invierà in ogni diocesi missionari-confessori che potranno perdonare anche quei peccati riservati alla Santa Sede". "Per dare la possibilità - ha aggiunto - a chi è in difficoltà di trovare aiuto nella Chiesa". "Ho ritenuto opportuno concedere a tutti i sacerdoti che possono confessare - ha spiegato ancora il vescovo di Terni - la possibilità di rimettere la scomunica perché chi sente il peso del peccato possa trovare conforto e conciliazione".

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