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Uomini e donne di pace da Martin Luther King a Gandhi

Antonio Tarallo Ansa - RICK MUSACCHIO
Pubblicato il 15-11-2018

Pace, parola che, nel nostro Tempo, vuol dire soprattutto speranza. In fondo, se ci guardiamo intorno, a cominciare – forse – dal nostro “piccolo” quotidiano, ci accorgeremmo che non esiste parola più agognata, più desiderata di questa: pace. Questo, nella vita di ogni giorno.  Ma se volessimo, solamente per poco, andare oltre il nostro naso – così si suol dire – vedremmo quanti paesi, quanti popoli, quante regioni del globo, stiano cercando disperatamente – e l’avverbio non è esagerato, purtroppo – di raggiungere la cessazione di quella atroce insensata manifestazione di forza, inutile certamente, chiamata “guerra”.

Lo scenario attuale, lo conosce bene Papa Francesco che ha voluto rafforzare il pensiero della Chiesa che, nel XX secolo in particolare, ha voluto intensificare gli sforzi per approfondire un tale argomento, così vitale e urgente, come quello della pace. E lo ha fatto, addirittura, istituendo presso l’Università del Laterano di Roma, un ciclo di studi in Scienze della Pace.

Queste le parole del pontefice per formalizzare l’istituzione del corso:  “Il desiderio di pace che sale dalla famiglia umana, ha visto da sempre la Chiesa prodigarsi nel compiere ogni sforzo per concorrere a liberare uomini e donne dalle tragedie della guerra e per alleviare le sue pericolose conseguenze. Anche nel tempo presente, in cui aumenta la necessità di prevenire e risolvere conflitti, la Chiesa si sente interpellata a ispirare e sostenere ogni iniziativa che assicuri ai diversi Popoli e Paesi un cammino di pace, frutto di quel dialogo autentico capace di spegnere l'odio, di abbandonare egoismi e autoreferenzialità, di superare desideri di potere e di sopraffazione dei più deboli e degli ultimi”.




Assieme, però, all’indiscusso impegno che la Chiesa ha offerto, ha incoraggiato (attraverso molteplici documenti e azioni), ha vissuto – e vive tutt’ora – a favore della costruzione della pace, molte donne e uomini, sono stati testimoni indiscussi di una vita spesa per la fratellanza e la comprensione fra i popoli. Biografie, volti, parole del mondo, che hanno subito – molte volte –in prima persona, le ferite della guerra. Arriveremo, poi, nella puntata successiva, ad approfondire le biografie di religiosi della Famiglia francescana che hanno speso la loro vita per questo alto valore. Primi fra tutti, i martiri. Sangue rosso versato per la candida parola di pace.

Certamente la sequela dei premi Nobel per la pace, ci dà un’ampia rosa di nomi che – per ovvie ragioni – selezioniamo, cercando di dare maggiore rilievo a quelli più significativi, almeno per quanto concerne “i libri di Storia”. Ma, non solo però è doveroso citare chi è stato insignito di così importante premio, quando il premio maggiore è stato, invece, il proprio impegno a favore della pace.




Jean Henri Dunant(1828 –1910), premio Nobel per la pace nel 1901, il primo a riceverlo per tale menzione. Fu lui a ideare il “Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti” comunemente chiamato “Comitato dei cinque”, predecessore del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Il motivo che spinse Dunant a fondare il Comitato fu la disorganizzazione con cui furono condotti i soccorsi, durante la battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno 1859). Il 26 ottobre 1863, a Ginevra, nascerà poi ufficialmente il “Movimento Internazionale della Croce Rossa”. L’anno successivo, nel 1864, sarà la volta delle cosiddette “Convenzioni di Ginevra”, un corpo giuridico di leggi di diritto internazionale, per tutelare universalmente i diritti delle vittime di guerra.

Ernesto Teodoro Moneta (1833-1918), unico italiano ad aver ricevuto il Premio Nobel per la pace, nel 1907. Partecipò all'insurrezione milanese del 1848 e alle spedizioni di Garibaldi. Svolse attività giornalistica e dal 1889 pubblicò ogni anno l'almanacco "Giù le armi". Fondò in Italia, la “Società per la pace”. Dopo la battaglia di Adua raccolse 130.000 firme per fermare la guerra


Dietrich Bonhoeffer (1906 –1945), teologo luterano tedesco. Oppositore dichiarato di Hitler e del nazismo, fin dalla loro ascesa al potere nel 1933, Bonhoeffer si legò alla Chiesa confessante, che lottò contro il tentativo nazista di imporre l'antisemitismo in campo religioso e sociale. Fu impiccato dai nazisti a Flossenbürg il 9 aprile del 1945. Non è stato solo un eroe della Resistenza, ma anche uno dei pensatori fondamentali del Novecento.


Dorothy Day (1897-1980),pacifista americana, più volte ha vissuto il carcere per le sue lotte nonviolente contro la guerra e le ingiustizie. Ha fondato decine di case di ospitalità urbane e comunità agricole per i più poveri. Fondatrice del movimento del "Catholic Worker" (e del giornale omonimo), nato per condurre innumerevoli lotte per la pace e la giustizia. Nei suoi ultimi anni, Dorothy marciò con Cesar Chavez e i Lavoratori Agricoli Uniti, impegnata nella denuncia delle sofferenze della gente dell'America Centrale.




Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948), considerato il fondatore della “nonviolenza”. Nato a Portbandar in India nel 1869, compì studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa.  Fu proprio qui che divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani. Nel 1915, tornò in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Capo indiscusso di grandi lotte politiche e sociali, senza dimenticare di formulare precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato nel 1948.


Martin Luther King (1929-1968),pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi. Dopo aver promosso nel 1963 la famosa manifestazione denominata “Marcia di Washington”, di ben 250.000 persone, venne discussa dal parlamento americano, una legge per l'uguaglianza dei diritti civili, che sarà poi approvata nel 1964. Anno in cui gli fu assegnato il Premio Nobel per la pace. Fu assassinato a Memphis nel 1968.


Questi, solo alcuni nomi, alcuni “appunti” biografici di una Umanità alla ricerca del bene più prezioso: la pace fra i popoli. Con la fiducia che le loro parole, prima o poi, saranno ascoltate, ma soprattutto vissute.


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