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Uno sguardo alla realtà della 'famiglia di oggi'

Antonio Tarallo Ansa - CLAUDIO PERI
Pubblicato il 23-08-2018

Un confronto con le parole di Papa Francesco

“Possa ricordarci il posto essenziale della famiglia nella vita della società e nell’edificazione di un futuro migliore per i giovani. I giovani sono il futuro! È molto importante preparare i giovani per il futuro, prepararli oggi, nel presente, ma con le radici del passato”.

Così Papa Francesco, nel videomessaggio in preparazione del suo imminente viaggio apostolico in Irlanda, in occasione del IX Incontro Mondiale delle Famiglie a Dublino, dal 25 al 26 agosto prossimo. La sfida della famiglia è da tempo aperta. E si tratta di vera sfida, visto le diverse ed “esplosive” mine che il Mondo di Oggi sta mettendo a dura la prova l’istituzione familiare. Papa Francesco lo aveva compreso già tre anni fa quando richiamò i Vescovi in un Sinodo dedicato proprio a questa “urgenza”.

E poi, lo sappiamo bene, aveva approfondito il tema, grazie alla assai discussa “Amoris laetitia”, scritta l’anno successivo alla riunione sinodale, quasi a riassumere i lavori svolti. I temi, tanti. E, in una certa misura, in questo nuovo traguardo del Sinodo prossimo sui Giovani, possiamo intravedere una sorta di linea continua con i precedenti “atti” e “fatti”. Una linea che si muove soprattutto in terreni spigolosi e “coraggiosi”: guardare alla realtà del mondo contemporaneo, al suo cambiamento, al suo orizzonte che – sempre di più – sta vedendo stravolte quelle “radici del passato” a cui il Pontefice ha fatto riferimento nel messaggio.

“Radici del passato”
Guardiamo, per un attimo, la situazione: sembra non esserci più coincidenza, tra la famiglia intesa come l'insieme delle relazioni affettive più strette e la famiglia intesa come residenza condivisa, il tetto sotto il quale si vive in comune. Su questo, i dati (ci rifacciamo, per questo scritto, alla sola situazione italiana) parlano chiaro. E parlano, soprattutto, di un aumento delle cosiddette “famiglie unipersonali”: una famiglia su tre è composta, appunto, da famiglie unipersonali. Certamente, ed è importante evidenziarlo, fa un certo effetto – a chiunque, credo, lo farebbe – accostare i due termini. L’ossimoro, pare, più che evidente. Non serve “disturbare” i milioni di libri scritti sul tema della famiglia, per comprendere – prendiamo la definizione più semplice – che famiglia è stata, da sempre, definita come “gruppo sociale”. “Gruppo” e “unipersonale”: c’è un “quid” che potrebbe sfuggire.

“Il posto essenziale della famiglia nella vita della società”
La famiglia, luogo dove convivono differenze molteplici. Attraverso queste. si stringono relazioni, crescendo nel confronto. Parole importanti: differenze e confronto. In fondo, non sono queste, a delineare la stessa società? E, in un mondo dove sempre di più ci troviamo dinanzi a molteplici differenze (il dibattito politico mondiale sembra imperniarsi diverse volte su tale argomento) su cui doverci confrontare, la famiglia – ancor più di ieri, forse – può risultare un notevole e importante “habitat di preparazione”, diciamo così.

“I giovani sono il futuro!”
Questo rimane il nodo-sfida più cruciale, non c’è dubbio. E’ una sfida che la Chiesa, da quel Sinodo del 2015 sulla Famiglia ad oggi, a pochi giorni dall’importante riunione sinodale di ottobre, sta approfondendo, sviscerando, in diversi modi. L’indagine sul problema “giovani e famiglia” ci presenta molteplici problematiche che partono dalla sfera interiore, personale, e approdano al vasto campo dell’economia. C’è un termine comune alle due sfere, che potrebbe aiutarci a sintetizzare la problematica: dubbio. Il dubbio dell’incertezza. Il gioco di parole è propriamente, purtroppo, adeguato, credo. Questa, è l’epoca del dubbio. Delle domande. Delle domande, a volte – come si diceva prima – intime, sul proprio futuro.

E poi, di conseguenza, queste vengono proiettate nell’altro, quindi in quella figura che dovrebbe essere di “accompagno” alla nostra vita. E, con queste domande, difficile che si possano formare unioni, e di conseguenza, famiglia. Il filosofo cileno, Odo Marquad, ci parlava – già anni addietro – di un “futuro indeterminato”. “Quando si è in due, non esiste certezza. (…) Essere in due significa accettare un futuro indeterminato”. E, il fatto, diviene ancora più complicato se manca una dimensione spirituale che – certamente – tende l’unione verso un unico grande orizzonte. Il nostro secolo paga lo scotto anche di questo. Questa nota, anche a detta di studiosi che certamente non sono vicino alla Fede, è ormai comprovata. Ma non solo.

Perché proprio quell’incertezza “a due”, ormai, è divenuta ancora più sostanziale, più forte, visto la stessa incertezza dell’“io” personale che attanaglia – da diversi anni – la condizione generale. Insomma, è – come si suol dire – il cane che si morde la gola. La rottura di tale sistema? Ecco, “i giovani”. Una visione di fiducia, di speranza, che il Santo Padre, ci sta indicando, fin dai primi giorni del suo pontificato e che questo nono incontro mondiale delle Famiglie, a Dublino, cercherà di rafforzare.

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