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Sviluppo sostenibile non solo una moda, ma vera e propria economia

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Lo sviluppo sostenibile non è più una moda e la riconoscibilità green di un’impresa è divenuta un driver per il brand e un vettore stimolante l’acquisto. Per il 90% degli italiani, infatti, è importante che un’impresa si occupi di salvaguardare l’ambiente. Per oltre i due terzi dei consumatori, l’impegno ambientale di un’azienda è un fattore che pesa nella scelta dei prodotti, mentre, già oggi, una ampia quota di persone è disposta a pagare di più, se sa di trovarsi fronte ai prodotti di una società impegnata sul fronte ambientale. È quanto emerge dall’indagine sui comportamenti ambientali degli italiani, effettuata da SWG per Assorel, su un campione di 1.500 italiani (la rilevazione è stata effettuata agli inizi di settembre 2014).  

Quando si studia il rapporto tra italiani e ambiente, si affronta un tema sfaccettato e in veloce evoluzione.  


Le azioni personali maggiormente tutelanti l’ambiente sono, per l’opinione pubblica, la raccolta differenziata, l’evitare di sprecare acqua e l’attenzione a non gettare materiali inquinanti negli scarichi. Per custodire il nostro ecosistema, però, è richiesto un forte impegno individuale (53%), una maggiore volontà di governi e amministrazioni (50%), nonché comportamenti più virtuosi da parte delle imprese (43%).  

Nonostante le contraddizioni presenti, il 74% degli italiani, non giudica lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente una moda o un tema dell’élite culturale, ma lo inserisce tra i fattori che fanno parte integrante il bagaglio valoriale dei consumatori del Paese. Un fattore capace, addirittura di incidere sulle motivazioni di acquisto.  


Il 68% delle persone, non a caso, chiede che la riconoscibilità ambientale sia messa ben in evidenza sui prodotti (e non solo pubblicizzata in tv o su internet). Non solo. Anche se siamo in tempi di crisi e il driver dominante resta il costo (46%), l’impegno ambientale di un’azienda è premiato ed è diventato, per il 79% degli italiani, uno stimolo a preferirla. Un incentivo molto concreto: il 78%, anche se nei dovuti limiti, si dice anche disposto a spendere di più per acquistare prodotti o servizi d’imprese attente a non inquinare e a tutelare territorio e ambiente.  

L’indagine realizzata da SWG traccia anche una mappa dei comportamenti ambientali degli italiani. Così scopriamo che il 65% evita di gettare materiali inquinanti negli scarichi; il 59% rispetta l’ambiente urbano; il 52% limita i livelli della temperatura del riscaldamento; il 51% fa la raccolta differenziata e il 48% è attento a non sprecare acqua. Un po’ più di disattenzione la incontriamo, invece, sull’uso razionale dei detersivi (31%), sull’uso di materiali ecosostenibili (16%), sull’attenzione al tipo e quantità di imballaggi (16%). Non mancano vere distrazioni, come l’abitudine di tenere accesi, anche se in stand by, gli apparecchi (35%); lasciare sempre inserito il caricabatteria del cellulare nella presa (21%); lasciare il televisore acceso anche se nessuno lo guarda (14%).  

Maggiore attenzione è riposta ai grandi vettori di consumo: il 57% evita di lasciare i caloriferi accesi quando non è in casa; il 73% non apre le finestre quando ha il condizionatore acceso; il 59% non far partire la lavatrice o la lavastoviglie con poco carico. Buone notizie arrivano dal fronte della raccolta differenziata: il 57% mette da parte carta e plastica, il 55% separa il vetro, mentre sull’umido siamo ancora al 44%. Pile esaurite e medicinali scaduti hanno rispettivamente un impegno da parte del 36 e 33 per cento della popolazione. Il tema su cui gli italiani proprio non riescono a cambiare è l’uso dell’auto o dello scooter. Il 62% usa l’auto tutti i giorni, mentre il 75% degli italiani non utilizza o usa solo saltuariamente i mezzi pubblici. Car sharing e car pooling sono per una pura minoranza (3%), mentre la bicicletta per spostarsi in città (non per le gite domenicali) è preferita solo dal 18% delle persone. 

Ultima curiosità. Da dove apprendono le persone le informazioni utili a migliorare il loro modo di comportarsi verso l’ambiente? Dalla rete (56%), dalla Tv (48%), dai giornali (27%), dalla radio (13%). La Stampa

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